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    I problemi delle Canarie nel settore edile spiegati dal Grupo Medano

    «Ci sono investitori che quando conoscono i tempi di attesa delle concessioni edilizie alle Canarie, lasciano perdere», così afferma perentorio Fernando Vega, proprietario del Grupo Medano di Granadilla, con oltre 25 anni di esperienza nel settore delle costruzioni.

    L’attività di Grupo Medano, focalizzata sulla costruzione di edifici e sullo sviluppo immobiliare, vanta una grande specializzazione e professionalità delle sue squadre che combinano velocità di esecuzione, standard qualitativi elevati, sostenibilità ambientale e prezzi competitivi in un modus operandi che ha reso il gruppo leader nel suo settore.

    Con oltre 200 persone impiegate direttamente e indirettamente, Grupo Medano è responsabile di opere come la recente ristrutturazione dell’Hotel Hovima La Pinta, l’Hotel Jardín Caleta, il Costa Adeje e il Parque La Paz, ad Arona; a questi si aggiungono i lavori in corso d’opera del Residencial Sterlizia, case residenziali con piscine nel verde in consegna nei prossimi mesi, e di un edificio nella zona di Playa Chica, a El Médano, con vista sul mare.

    A dispetto delle attuali difficoltà e dell’ultimo decennio di crisi del settore, Vega afferma che il gruppo è stato in grado di operare una svolta e di adattare il suo modello di business al settore delle ristrutturazioni alberghiere, dove ha ottenuto un elevato livello di soddisfazione e di fiducia da parte dei grandi proprietari di catene.

    Essere una realtà diversificata, asserisce, ha fatto la differenza; Grupo Medano infatti ha 4 divisioni, una dedicata al restauro degli edifici che non ha subito la crisi, una specializzata in falegnameria e oggetti in vetro, una che nell’ultimo decennio si è rivolta alla ristrutturazione di alberghi e, nata due anni fa, una divisione che si occupa di promozione immobiliare che sembra funzionare molto bene.

    Fernando Vega, che ha iniziato nel settore più di 20 anni fa come capo cantiere per una grande azienda, afferma che tra le tante cose negative che la crisi ha lasciato, vi sono aspetti che hanno contribuito a rafforzare la qualità dell’operato svolto; se infatti 15 anni fa poco importava se un’azienda costruisse bene o male dal momento che il mercato era molto vasto, oggi il livello della domanda si è moltiplicato ma è diventato più selettivo, richiedendo parametri elevati e non alla portata di tutti.

    Gli stessi acquirenti, precisa Vega, sono diventati più accorti, non comprano più sulla fiducia bensì esigono garanzie ben specifiche e a tal proposito il Grupo Medano presenta sempre al potenziale cliente un dossier completo del progetto a cui è interessato e nel quale sono contenuti numerosi dati che vanno dalle informazioni sui proprietari del terreno, alla licenza di poter costruire fino alla copia del budget di spesa.

    «Presentiamo così tanti documenti che spesso le persone si spaventano», afferma Vega, ma del resto uno dei principali problemi nel settore edile è proprio la mancanza di trasparenza e di garanzie.


    Molti sono coloro che nel passato hanno versato cospicue caparre per poi perdere tutto una volta che la società a cui avevano commissionato i lavori è fallita, così come tanti sono stati i promotori  immobiliari che hanno raccolto opzioni d’acquisto senza fermare i lotti, sparendo con il denaro.

    Il Grupo Medano non solo è sopravvissuto alla crisi, dice con orgoglio Vega, ma lo ha fatto conquistandosi la fiducia di tutti gli operatori e i clienti con cui ha a che fare ed è questo il principale motivo del successo che ha ottenuto.

    Il vero problema oggi, ribadisce, è rappresentato dalle istituzioni che, con tempi dilatati, eccesso di burocrazia e dibattiti sterili, rallentano la crescita del settore; basti pensare alla grave problematica degli aggregati, i materiali necessari per la costruzione che, alle Canarie, sono carenti.

    Prima c’erano più cave e il problema era inesistente, ora invece, denuncia Vega, le cave abilitate sono diminuite e per poter avere accesso ai materiali occorrono così tante richieste che spesso chi ha deciso di investire si tira indietro.

    «Abbiamo raggiunto l’esatto opposto di qualche tempo fa; prima della crisi c’era una sensazione di fattibilità estrema, politici, amministratori e tecnici municipali, pur se corrotti, davano il benestare senza grosse discussioni, mentre ora nessuno firma alcunché. Insomma, da un estremo all’altro».

    L’immobilità denunciata a chiare parole da Vega è quella che, a parer suo, blocca un intero settore con conseguenze gravissime: non si costruisce, non si comprano materiali, non si creano posti di lavoro, non si vendono case e di conseguenza non si pagano più le tasse.

    Un paradigma infernale, sottolinea Vega, che impedisce di generare economia.

    Ora per ottenere una licenza edilizia nel sud di Tenerife occorrono, bene che vada, dai 10 ai 12 mesi; come spiegare agli investitori che forniscono capitali multimilionari che i loro progetti non verranno realizzati prima di 2 anni?

    La richiesta di investimenti nel settore è molto elevata, ribadisce Vega, ma come vengono appresi i tempi necessari e tutti gli intoppi che si presenteranno, gli investitori se ne vanno altrove; la mancanza poi di tutela giuridica è ulteriore motivo di incertezza.

    Esistono comuni con i quali è ancora possibile lavorare, come quello di Adeje, ma ve ne sono altri dove un progetto può attendere i fatidici 12 mesi per poi, in prossimità della scadenza, essere bloccato per un cavillo burocratico.

    E il senso di impotenza spegne anche l’entusiasmo di chi ha deciso di non mollare nonostante tutto.

    di Ilaria Vitali

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