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    Puntallana e Tías, Grass e Saramago, parallelismi geografici di anime affini

    La Palma e Lanzarote, isole tanto diverse quanto vicine, hanno accolto due dei geni della letteratura europea del ventesimo secolo nonché vincitori di Nobel, Günter Grass e José Saramago, che a Puntallana e a Tías amavano rifugiarsi e dove consolidarono un rapporto di reciproca stima e di continuo confronto critico verso tematiche come la difesa e la promozione dei diritti umani.

    La presenza di Saramago a Lanzarote fu più duratura e intensa rispetto a quella di Grass a La Palma, dove quest’ultimo partecipò raramente alla vita pubblica con l’apertura della Biblioteca di Lingua Tedesca e una lettura che fece nella Casa de la Cultura de Los Llanos de Aridane.

    Saramago invece diffuse ampiamente la propria voce in difesa dell’ambiente e contro la corruzione, arrivando addirittura a minacciare di lasciare Lanzarote in occasione di un graffito nel cratere di El Golfo di chiara matrice razzista.

    Ed è a Tías che Saramago morì nel 2010, esattamente cinque anni prima della morte di Grass a Lubecca, cinque come gli anni di età che li separavano.

    Quasi contemporanei, Grass e Saramago vissero l’ascesa del totalitarismo, gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, la ricostruzione dell’Europa e l’arrivo della democrazia, ma soprattutto soffrirono entrambi dell’incomprensione dei loro luoghi d’origine, come spesso accade alle menti eccelse.

    Per Saramago fu il romanzo pubblicato sulla vita di Gesù Cristo, a scatenare la polemica nei suoi riguardi, mentre per Grass fu il rendere noto di aver fatto parte della gioventù hitleriana.

    Curiosamente Grass, per sfuggire alla feroce critica tedesca, si rifugiò inizialmente a Faro, in Portogallo, terra di Saramago e quindi non è strano pensare che in seguito Puntallana, come Faro, divenne luogo in cui curare le ferite provocate da un episodio drammatico della sua vita; l’anonimato, l’essere accolti con discrezione e naturalezza, gli splendidi paesaggi e il piacevole clima servirono al premio Nobel come un balsamo per l’anima.

    Saramago ebbe un rapporto invece con Lanzarote più antico, risalente al 1993 quando decise, accompagnato dalla sua compagna Pilar del Río, di risiedere nella terra dei vulcani, lasciandosi alle spalle i malintesi e le critiche arrivate dopo la pubblicazione del romanzo Il Vangelo secondo Gesù Cristo, un’opera non blasfema ritenuta però dai portoghesi un inaccettabile affronto al cattolicesimo rigido e stantio a cui erano avvezzi e per questo censurata.


    E fu a Lanzarote che Saramago scrisse il memorabile Cecità e Le Intermittenze della morte, insieme a quaderni che presero il nome stesso dell’isola.

    La creazione artistica di entrambi si fuse per sempre in Albardas, la novella rimasta incompleta e pubblicata postuma con il testo interrotto di Saramago accompagnato dalle illustrazioni di Grass.

    di Ilaria Vitali

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