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    Fuerteventura, quando la FBI era a caccia di nazisti

    Casa Winter

    Era l’anno 1973, l’agente speciale FBI nota come NY T-1, una Mata Hari sui generis,  si trovava in Europa alla caccia di Martin Bormann, nazista ricercato insieme a Heinrich Muller, capo della Gestapo, Walter Schellenberg, capo della Abwehr, l’intelligence militare tedesca tra il 1921 e il 1944, Otto Skorzeny, capo dell’operazione che salvò Mussolini dal suo isolamento a Campo Imperatore nel 1943 e Hans Wagner, capo della Abwehr di Bucarest.

    Tutti personaggi che, sotto falsa identità, stavano vivendo a Zurigo.

    L’agente FBI trovò un aggancio con un informatore che riferì che Bormann in particolare, durante gli ultimi giorni della seconda Guerra Mondiale, accaparrandosi un vero tesoro in obbligazioni e opere d’arte, scappò dalla Germania con un passaporto diplomatico del Vaticano, rifugiandosi all’interno dell’Europa sotto il falso nome di Doctor Husner.

    Il prezzo delle informazioni fornite, stando alle rivelazioni della stessa FBI, venne fissato dall’informatore in parte del bottino nascosto da Bormann, qualora le autorità statunitensi fossero state in grado di procedere alla sua cattura, oltre ad un permesso di residenza negli Stati Uniti per sfuggire alla vendetta dei nazisti.

    E nei rapporti resi pubblici dalla CIA, frutto di più di 70 anni di intelligence, appare anche il nome di Fuerteventura e dell’Arcipelago delle Canarie, cui sono dedicati più di 32.000 documenti.

    Tra questi ve n’è uno che confermerebbe la presenza di una colonia nazista nell’Arcipelago, in particolare sull’isola di Fuerteventura dove, proprio due anni prima del memorandum reso pubblico dalla FBI, Gustav Winter, ingegnere tedesco residente a Cofete e su cui pesavano dubbi e leggende popolari, morì.

    Proprio casa Winter, come era nota tra la cittadinanza, fu teatro di sospetti e ipotesi di scenari degni di un film; era opinione diffusa che Winter, il cui nome era evidentemente una copertura, fosse un uomo dalla doppia vita, ingegnere a Fuerteventura dove si trasferì nel 1915 e collaboratore del Terzo Reich da molto prima di quella data.


    Sfruttando l’ordinanza di Franco che contribuì a fare da scudo contro i governi che ne reclamavano il rimpatrio, Winter ottenne la cittadinanza spagnola, partecipando alla costruzione di infrastrutture elettriche come la centrale di Cícer a Las Palmas di Gran Canaria.

    Insieme a Winter, sarebbero stati 150 i nazisti sulla lista nera che vennero agevolati nella fuga da Franco.

    Del resto, come si legge nei rapporti confidenziali pubblicati dalla CIA sul proprio sito web, i gerarchi tedeschi possedevano già grandi appezzamenti di terreni nella penisola di Jandía, Fuerteventura, dove molti di essi si erano ritirati come normali cittadini.

    FBI e CIA mantennero segrete queste informazioni per almeno 20 anni e parlarono delle isole Canarie solo quando scoppiò il conflitto territoriale nel Magreb contro Marocco e Algeria, con la Spagna sullo sfondo in quanto sovrana del Sahara occidentale.

    Nei documenti resi pubblici si coglie una conversazione tra il segretario di Stato di Washington, Henry Kissinger, allora consigliere della sicurezza degli Stati Uniti, e l’ambasciatore marocchino Abdelhadi Boutaleb, nella quale quest’ultimo avverte Kissinger, americano ebreo di origine tedesca, che il Marocco non sarebbe entrato in guerra contro la Spagna a patto che il Sahara consegnasse i dissidenti marocchini ai gruppi indipendentisti o allo stato dell’Algeria.

    Kissinger, considerati i rapporti amichevoli con i due paesi, Spagna e Marocco, si adoperò per l’intermediazione degli Stati Uniti per prevenire tensioni sociali nel Mediterraneo.

    Il 6 di novembre del 1975, un mese prima della morte di Franco, 300.000 marocchini si stabilirono a Taj, alla frontiera con il Sahara, in quella che passò alla storia come Marcha Verde, l’invasione del Sahara spagnolo.

    Non esistevano coincidenze nelle questioni di Stato che riguardavano le zone strategiche, ammise Kissinger, e il Marocco era un paese stabile per Francia e Stati Uniti mentre l’Algeria rappresentava il contrappunto a favore dell’Unione Sovietica.

    E nel novembre del 1973, vale a dire due mesi prima della Marcha Verde, la FBI produsse il memorandum nel quale si proponeva di investigare sulla dirigenza nazista rifugiatasi a Fuerteventura quando il presunto intermediario dell’interesse della stessa dirigenza, Gustav Winter, era ormai deceduto.

    Il memorandum della FBI che arrivò alla CIA risultò ricco di notizie circa le molte negoziazioni con il Magreb, unitamente a dossier compromettenti per la credibilità di qualsiasi paese o di qualsiasi capo di stato come Franco.

    L’associazione con il nazismo era notizia poco gradita per chiunque e su Franco pesava oltretutto la famosa lista nera dei 150 seguaci di Hitler che ottennero, grazie a lui, il passaporto spagnolo.

    Alcuni di essi svilupparono una brillante carriera imprenditoriale, mescolandosi nella vita sociale e politica delle grandi città, contribuendo a stringere accordi commerciali con gli stranieri in un momento in cui la Spagna manteneva chiusi i propri confini, creando delle vere e proprie lobby.

    Il rapporto della FBI in realtà non fu decisivo a cambiare il corso della storia di quel periodo, ma unito ad altri documenti e alla debolezza istituzionale che la Spagna stava soffrendo come conseguenza all’attentato contro Carrero Blanco, contribuì al poco margine di manovra in questioni geostrategiche del paese.

    In ogni caso, perché quel dossier ritardò?

    In questo contesto si inserì un altro fronte con i movimenti indipendentisti di Antonio Cubillo, che in quegli anni si era già preparato dall’Algeria con la costituzione delle Fuerzas Armadas Guanches.

    Cubillo subì un attentato nel 1978 per mano del braccio rivoluzionario Mpaiac, creato nel 1964, cominciando così a perdere potere anche per effetto dell’impegno dell’Unione Africana e Algerina a concedere il Sahara al Fronte Polisario, l’organizzazione militante del Sahara occidentale che voleva ottenere l’indipendenza dall’occupazione spagnola.

    Nella famosa conversazione tra Kissinger e Boutaleb, il diplomatico marocchino avvisò il suo interlocutore della presenza di frange indipendentiste nei Paesi Baschi e nelle Canarie.

    Erano gli anni della crisi del petrolio e dell’auge dell’Unione Sovietica in Algeria e nei paesi dell’Africa subsahariana, nonché periodo di nascita di fronti indipendenti in vari paesi; e in luoghi tutto sommato periferici come il Puerto de Las Palmas, l’Unione Sovietica mantenne la sede della sua potente base di controllo dell’Atlantico africano, la Sovhispan, un agglomerato di interessi commerciali e di servizi di spionaggio del KGB.

    Un contesto complesso, in cui molti rapporti di migliaia di nazisti fuggiti dopo la seconda Guerra Mondiale con ingenti bottini si intersecavano a paesi come la Spagna, già teatri di situazioni di tensione geo politica.

    Nessuno vuole riparlare di quel passato e quindi non si potrà mai sapere nel dettaglio perché la FBI decise di redigere rapporti sui nazisti alle Canarie solo nel 1973, quando ormai i giochi erano conclusi, e non prima.

    di Ilaria Vitali

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