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    Inizia la ricerca di energia geotermica nel sottosuolo dell’Arcipelago

    L’Arcipelago delle Canarie, allo scopo di compiere un ulteriore passo nello sfruttamento delle energie rinnovabili, inizierà presto la ricerca di energia geotermica nel sottosuolo.

    Tenerife in particolare ha assunto l’impegno di diventare isola virtuosa, sfruttando energia geotermica proveniente da terreni vulcanici per trasformarla in elettrica, come già è avvenuto con quella eolica e solare.

    A capo di questa impresa è il laboratorio dell’Involcan, l’Instituto Volcanológico de Canarias, che già quest’anno ha iniziato la seconda fase delle esplorazioni geotermiche sulla superficie dell’isola di Tenerife, con l’obiettivo di selezionare e individuare le zone migliori dove successivamente procedere con le perforazioni.

    Come hanno sottolineato in un recente comunicato alla stampa locale, il consigliere del dipartimento Tenerife 2030 del Cabildo, Antonio García Marichal, e il coordinatore scientifico di Involcan, Nemesi Pérez, Tenerife non è l’unica isola che ha aderito a questo progetto di ricerca ma anche Gran Canaria è stata oggetto di una prima fase di studi per poterne valutare il potenziale geotermico, operazione finanziata dallo stesso Cabildo, e il Gobierno insular di La Palma ha firmato un accordo con Involcan per poter procedere ad analoga valutazione del potenziale dell’isola.

    Attualmente Tenerife è l’isola per la quale gli studi sono più avanzati e dove le istituzioni hanno stanziato per i prossimi due anni un totale di 1,1 milioni di euro, suddivisi in 500.000 euro per il 2017 e i restanti 600.000 euro per il 2018.

    Pur con cautela, Involcan avrebbe già comunicato che le probabili aree soggette a sfruttamento potrebbero essere la regione di Chasna, che comprende San Miguel, Arona e Vilaflor, e la zona di Guía de Isora.

    Obiettivo da raggiungere alla fine del 2018 o nei primi mesi del 2019 è quello di avere definito le aree dove effettuare la prima perforazione per l’esplorazione alla ricerca di energia geotermica, che sarà approssimativamente a 2,5 km di profondità.


    Nel caso di Gran Canaria, il bilancio stanziato è pari a 535.000 euro per gli studi della prima fase, che dureranno fino alla fine del 2018.

    Uno dei vantaggi di questa forma di energia pulita è principalmente la sua permanenza, non essendo soggetta a variazioni come possono essere l’energia eolica e quella solare, che possono subire di pesanti cali lungo tutto il corso dell’anno.

    Nel caso i pozzi esplorativi rivelino fonti di energia geotermica, il passo successivo sarà quello di sfruttare questa forma alternativa per produrre energia elettrica e in questa fase sarà compito del Cabildo di cercare un partner economico che possa sopportare gli elevati costi di estrazione e di produzione.

    Il progetto, precisa Pérez, è estremamente importante se si considera che l’Arcipelago delle Canarie non può permettersi un periodo di ulteriori 40 anni senza sapere se esiste la possibilità o meno di sviluppare il potenziale energetico dei vulcani e del sottosuolo per produrre energia elettrica; già a partire dagli anni 70 infatti è noto che l’Arcipelago è l’unica regione del territorio nazionale dove potrebbe esistere un potenziale unico e molto vantaggioso che giace ancora inutilizzato.

    Utilizzare energia geotermica significa catturare il calore immagazzinato sotto la superficie della terra perforando le falde acquifere calde; acqua e vapore verrebbero estratti fino alla superficie per essere impiegati nella produzione di energia elettrica.

    Sulla Isla de São Miguel, alle Azzorre, due piccoli impianti geotermici con potenza di 13 e 10 megawatt generano energia elettrica che soddisfa il 44% della domanda totale dell’isola.

    Analogo esempio di come sfruttare correttamente energia geotermica dal sottosuolo, è quello dell’Islanda, dove viene impiegata anche per riscaldare gli edifici e alimentare una intera stazione termale, senza inquinare l’ambiente.

     

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