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    Spagna leader in trapianti di organi

    Negli ultimi 25 anni la Spagna è stata leader nella donazione di organi e nel 2016 ha battuto il suo record per il numero di trapianti effettuati, con un totale di 4.818 interventi contro i 4.769 dell’anno precedente.

    Stando ai dati pubblicati dalla ONT, National Transplant Organization, in particolare dei 4.818 trapianti effettuati in Spagna, 2.994 erano reni, 1.159 fegati, 281 cuori, 307 polmoni, 73 pancreas e 4 intestini; questo significa che il paese si è avvalso di una media di 43,4 donatori per milione di persone, con un aumento costante negli ultimi anni e di molto superiore alla media europea, che è di 19,6 donatori per milione di persone, e a quella statunitense, di 26,6.

    A dispetto dei numerosi e significativi tagli della spesa pubblica iniziati durante gli anni della crisi economica, la Spagna non solo ha mantenuto alto il suo standard nella donazione di organi ma addirittura è riuscita a superare i già notevoli numeri conseguiti nel 2015, diventando così, secondo l’American Journal of Transplantation, un modello che altri paesi dovrebbero seguire.

    La ONT è stata creata nel 1989 grazie al Ministero della Salute, che ha deciso di avere a disposizione un organismo responsabile della supervisione e del coordinamento delle politiche di donazione e trapianto di tutte le regioni; in seguito alla sua creazione, il numero di donazioni di organi è più che raddoppiato.

    Il modello spagnolo si basa sulla designazione di professionisti preparati che operano in medicina intensiva, al fine di garantire che le donazioni di organi avvengano rapidamente quando un paziente decede.

    I professionisti sono quindi supportati nel loro lavoro dalla ONT e dagli uffici di coordinamento regionale, che forniscono informazioni circa le opportunità di donazione anche al di fuori delle unità di terapia intensiva, vale a dire i reparti di emergenza e quelli ospedalieri in generale.

    Mentre per molte nazioni l’età avanzata è ostativa per la donazione di organi, in Spagna vengono presi in considerazione anche persone di età superiore ai 65 anni e il 10% dei donatori ha più di 80 anni.


    Un’altra differenza nel modus operandi delle donazioni di organi in Spagna è rappresentata dal considerare la donazione solo dopo la morte circolatoria e non cerebrale, ovvero quando circolazione, battito cardiaco e respirazione si sono definitivamente fermati, includendo così anche la morte che segue un arresto cardiaco improvviso in strada.

    La Spagna gestisce un sistema peculiare di opt-put, nel quale i cittadini sono automaticamente registrati per la donazione di organi a meno che non decidano diversamente, eventualità che deve essere comunicata ufficialmente, a differenza di quanto avviene in molti altri paesi europei dove si verifica l’esatto contrario.

    La penuria di organi in Unione Europea è oggetto di allarme e causa di un aumento di pazienti in lista di attesa in tutto il mondo; solo nel 2014 86mila persone stavano aspettando donazioni di organi negli stati di Norvegia e Turchia e 16 persone morivano ogni giorno in quell’attesa.

    In Spagna il numero dei pazienti in lista di attesa si è ridotto da 5.673 a 5.477 nel 2016.

    di Marta Simile

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