Nella terza parte di questa piccola serie di articoli sulla geografia fisico-politica di Tenerife (numero di dicembre 2017) abbiamo parlato di come, dopo la conquista europea, l’isola venne organizzata territorialmente sotto il duplice controllo dell’autorità politica e religiosa: un unico municipio con sede a La Laguna (scelta come capitale) e due sedi parrocchiali, una nella capitale e l’altra al Realejo Alto.
La colonizzazione e la successiva suddivisione territoriale si svilupparono in modo naturale a partire da questi due luoghi lungo le direttrici dei versanti nord e sud dell’isola. La formazione dei 31 comuni della Tenerife moderna è quindi il risultato di una serie di successive separazioni sia dall’autorità religiosa delle due parrocchie iniziali che dall’autorità civile di quello che inizialmente era l’unico comune dell’isola e che finirà per ridursi al comune de La Laguna.
Nella regione che va dal Realejo Alto a Buenavista del Norte si estendevano i terreni più ricchi e fertili dell’isola. È lì che il leader dei conquistatori europei, l’Ádelantado Alonso Fernando de Lugo, stabilì la propria “hacienda” ed è lì che in conseguenza del rapido sviluppo economico e demografico si resero necessarie le prime autonomie dall’autorità centrale. Infatti già negli anni che precedettero il 1533, Icod e Garachico vennero rese autonome autonome dal Realejo Alto, e poi da Garachico fu separata Buenavista.
Il 1533 fu l’anno in cui si delineò la base di quella che sarà la futura mappa dei comuni della Tenerife moderna.
Da La Laguna furono separati il porto di Santa Cruz, Taganana e le due parti più vicine delle regioni nord-est e sud-est dell’isola, facenti capo rispettivamente a El Sauzal e a Güímar. Queste due regioni, anche subendo successive divisioni interne, arriveranno fino ai giorni nostri con gli stessi confini ed una grande omogeneità socio-territoriale: sono le attuali “comarcas” del Nord-Est e della Valle di Güímar. Il porto di Santa Cruz diventerà nel tempo la principale città, e quindi capitale, dell’isola. Taganana, all’epoca importante centro di produzione agricola, verrà assorbita in tempi moderni dal comune di Santa Cruz.
Sull’altro fronte, invece, dal Realejo Alto furono separati il Realejo Bajo e La Orotava. Da Icod, La Guancha. Da Garachico, El Tanque. E da Buenavista, Los Silos e Santiago del Teide.
Poi, durante il resto del XVI secolo, da La Laguna fu separata Tejina (che però verrà riassorbita in tempi moderni). Da El Sauzal, La Victoria. Dal Realejo Bajo, San Juan de la Rambla. Dal Realejo Alto, Vilaflor e Adeje. Con quest’ultima separazione si delineò definitivamente un panorama municipale caratterizzato da due strisce di comuni, una nel nord e l’altra nel sud dell’isola.
Nel XVII secolo avvennero poi ulteriori frazionamenti dentro un panorama ormai già ben delineato. Da La Laguna furono separati Tegueste e El Rosario, definendo così, insieme a Santa Cruz, la struttura dei quattro comuni che daranno vita alla moderna Area Metropolitana. Da El Sauzal furono separati Tacoronte, La Matanza e Santa Ursula. Da La Orotava, il Puerto de la Cruz. Da Vilaflor, Granadilla e Arico. E da Güímar, Candelaria. In realtà quest’ultima scissione avvenne in un modo un po’ particolare. Infatti in un primo momento il capoluogo parrocchiale e municipale fu spostato da Güímar a Candelaria, al che Güímar pretese ed ottenne la propria autonomia.
Il XVIII secolo vide infine la nascita degli ultimi 5 comuni dell’isola: Arafo separato da Candelaria, Guía de Isora da Santiago del Teide, Fasnia da Arico e San Miguel e Arona da Vilaflor.
L’ultimo atto di questa lunga storia ebbe luogo nel 1955 quando il Realejo Alto e il Realejo Bajo furono unificati in un unico comune che prese il nome di Los Realejos.
di Gianni Mainella