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    SPIGOLATURE di Andrea Maino dicembre 2017

    MATISSE, la danza, 1909

    SPIGOLATURE di Andrea Maino

    QUANTO TI DEVO?

    Come si determina, o meglio… chi stabilisce il costo delle cose? Quello dei servizi? Quanto vale una cosa fatta con fatica e quanto quella creata con l’ingegno? Qual è il valore della vita, di un aiuto, dell’amore?

    Migliaia di anni fa (ma anche oggi in certe tribù semi-sconosciute), un nucleo famigliare o di pochi individui faceva tutto da solo: una persona costruiva le capanne, un’altra andava a caccia, una cucinava, un’altra accudiva al fuoco e badava ai bambini, e via dicendo; il valore del lavoro, in alcuni casi, poteva essere anche determinato col baratto equo: certamente chi cacciava un orso non lo scambiava poi di certo con una sola freccia.

    Oggi sappiamo tutti quello che succede: “terzi” individui, con l’inganno, con la scusa di gestire al meglio la nostra vita, con il plagio, l’ipnosi, l’incanto, con la seduzione, con la violenza, hanno stabilito che le cose o i servizi hanno un “valore certo” di 10, 100, 1000 e hanno stabilito (e ci hanno convinti) che un orso vale quanto una freccia. Oggi siamo confusi e “abbocchiamo” sempre.

    Il grande inganno, la trappola, è di porci al centro del mondo. Il solito voler apparire (e possedere l’effimero) più che essere.

    Se ci fermiamo un attimo, potremmo pensare di vivere anche solo col metterci a disposizione, (questo con persone che fanno altrettanto) e dovremmo sforzarci a non dare un valore centesimale alle cose perché la fatica nel fare una cosa (quindi dando un valore alla fatica) varia da individuo a individuo. Per alcuni accudire un genitore anziano può costare una grande sofferenza psicologica e fisica, altri, magari vedendola come una missione, soffrono di meno… dunque non possiamo dire che questo “lavoro” vale 10 o 100.

    Aiutare un vicino a riparare un rubinetto, coltivare dei fiori per sé ma anche per gli altri, spiegare una cosa che sappiamo a coloro che non la sanno… Gli amici (i veri amici) non si comportano forse così? Tutto in una proporzione equilibrata di scambi? Forse per aiutare i figli a fare i compiti chiediamo loro del denaro? Vivete e usate alcune ore della giornata con questa formula; cosa riceverete (senza chiederlo) in cambio? Riceverete un tipo di “denaro” molto più potente e significativo e soddisfacente della cartamoneta: riceverete affetto, attenzioni, un invito a cena, un passaggio in macchina, l’essere ricordati, ammirati, citati come persone vere.


    Certamente tutti viviamo, alle volte, con queste “collaborazioni” a prescindere dal denaro, ma suggerirei di “espandere” questi modi di agire perché, oggi come oggi, li vedo invece ritirarsi. Ho sentito una persona che chiedeva un’informazione ad un vicino e si è sentito dire: – le consulenze di solito si pagano! –

    Mi torna in mente uno scritto di Goethe:

    “C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia. Incominciala adesso”.

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    MATISSE, la danza, 1909

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