Abbiamo visto, nel numero di ottobre, come la presenza di una catena montuosa che va da Teno ad Anaga passando per il Teide, divide l’isola di Tenerife in due regioni geografiche chiaramente distinte: una sul lato nord e l’altra sui lati sudest e sudovest.
E “in mezzo” la zona che permette di passare da un lato all’altro, dove si è sviluppata l’area metropolitana (Santa Cruz e dintorni).
Ed è proprio su quel… “in mezzo” che ruota tutta l’isola, la sua geografia e la sua storia.
Basta dare uno sguardo alla distribuzione di città e paesi per capire come Tenerife sia un territorio “unidimensionale”, non “bidimensionale”.
Un’isola a forma di triangolo dove non si vive nel triangolo, ma sui lati del triangolo.
Paesi e città sono allineati, come nella mappa di una linea della metropolitana.
Uno dopo l’altro da Buenavista verso il Puerto de la Cruz, fino a Santa Cruz e seguendo verso sud per Candelaria e Adeje fino a Santiago del Teide.
O al contrario, secondo i gusti di percorrenza.
Se la lista va da Buenavista a Santiago (o viceversa) passando per Santa Cruz, è sempre a causa della orografia dell’isola.
L’anello non è uniforme.
Da un lato, tra Buenavista e Santiago è interrotto dalle montagne di Teno e Los Gigantes, ed ancora fino a qualche decina di anni fa scavallare era un’avventura da Indiana Jones…
E oggi stesso andare da Santiago a Icod non è precisamente una passeggiata.
Dall’altro lato invece, tra Tacoronte e Candelaria, si scavalla in modo naturale passando per La Laguna.
Se pensiamo allora a Tenerife come ad un anello di paesi e città intorno ad una catena montuosa (un anello “aperto” da una parte a causa della presenza del massiccio di Teno) il “centro” è proprio il posto che sta “in mezzo” tra la striscia di paesi del lato nord e quella del lato sud.
Non è il centro geometrico del triangolo, è il “centro” dell’anello aperto su cui sono allineati paesi e città di Tenerife.
E’ dall’altopiano dove sorge oggi La Laguna che si va “verso nord” o verso sud”, motivo per cui Buenavista è considerato l’estremo nord e Santiago del Teide l’estremo sud.
Perché anche i conquistatori guidati da Alonso de Lugo, a cavallo tra il ‘400 e il ‘500, videro l’isola come una striscia di terra che va da Buenavista a Santiago passando per La Laguna e lì, a La Laguna, si stabilirono.
E da lì colonizzarono l’isola: da La Laguna verso nord e da La Laguna verso sud.
In realtà se volessimo scendere un po’ più in dettaglio, la colonizzazione europea dell’isola, sempre nel rispetto del criterio di espansione verso nord da un lato e verso sud dall’altro, fu meno lineare.
Una cosa che aggiunse una differenza politico-amministrativa a quella geografica già esistente tra il lato nord e il lato sud dell’isola, fu il fatto che le tribù guanches del lato sud non si opposero alla conquista ma scesero a patti con gli invasori.
Quelle del lato nord decisero invece di combattere, ed è questo il motivo per cui tutte le operazioni militari si svolsero nel territorio che va da La Laguna fino al Realejo Alto.
La resa firmata dai capi Guanche il 25 luglio del 1496 è conosciuta come “Pace de Los Realejos”.
“Realejo” significa appunto il luogo di accampamento dell’esercito.
Lì, sul bordo di quello che ora si conosce come Barranco di Godínez, i conquistatori costruirono la chiesa di Santiago Apostolo.
Questa parrocchia e quella de La Concepción de La Laguna furono i due punti di partenza da cui si sviluppò l’occupazione del territorio dell’isola, determinando per sempre la Tenerife che conosciamo oggi.
Ma di questo ne parliamo a dicembre.
Gianni Mainella / [email protected]