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    Gli hotel della Spagna uniti contro i truffatori britannici

    La diffusa abitudine di denunciare hotel della Spagna e delle Canarie per presunti avvelenamenti da cibo da parte di turisti britannici, sta per subire una battuta d’arresto.

    Questo grazie ai numerosi provvedimenti presi in forma privata e collettiva al fine di arginare un fenomeno dispendioso e deleterio per l’immagine delle varie strutture ricettive.

    In particolare gli hotel della Spagna hanno cominciato a rivolgersi a detectives privati e ai tribunali per respingere le false accuse di intossicazione da parte dei visitatori britannici.

    La spesa complessiva è calcolata pari a diversi milioni di euro!

    Il numero delle denunce è sorprendentemente salito a più di 10mila nella sola stagione 2016-2017, contro le 600 di quella precedente.

    Si stima che il 90% delle rivendicazioni, generalmente effettuate attraverso piccole società che promettono risarcimenti elevati, sia assolutamente falso.

    Il fenomeno è piuttosto inspiegabile ma quel che è certo, come evidenzia il direttore della confederazione alberghiera spagnola CEAHT, Ramon Estalella, da anni i britannici sono il più grande gruppo turistico che ha denunciato, in Spagna, presunti casi di avvelenamento da cibo consumato nelle strutture ricettive in cui alloggiavano.


    Il problema è sorto principalmente perché la legge britannica sui consumatori non richiede a coloro che denunciano eventuali intossicazioni, di produrre prove mediche.

    Le richieste possono essere avanzate fino a tre anni dopo un soggiorno in hotel.

    Estalella, spezzando una lancia a favore del comportamento dei britannici, suggerisce che se la legge fosse uguale in paesi come la Germania, la Spagna e la Francia, probabilmente anche altri turisti agirebbero allo stesso modo.

    La modalità seguita per queste denunce prevede che le società che si assumono l’onere di avanzare le richieste e di tutelare le presunte vittime da intossicazione, non prevedano parcelle a carico dei clienti, qualora non si raggiunga il risultato sperato.

    Ovviamente questo suona come un tentar non nuoce.

    Durante la stagione 2016-2017 una speciale ambulanza riportante la dicitura ben evidente di Claims Clinic, è stata vista percorrere le strade soprattutto di Tenerife, dove su tre turisti, più di uno è britannico.

    Il valore dei falsi reclami realizzati nella passata stagione ammonta a più di 100 milioni di euro.

    In passato gli alberghi tendevano a risolverli per evitare gli elevati costi da affrontare in un tribunale inglese.

    Ora hanno deciso di adottare una linea più severa in considerazione dell’incremento dei casi riscontrati.

    I rappresentanti degli hotel spagnoli si sono incontrati con alcuni funzionari dell’ambasciata britannica a maggio.

    Poco dopo l’ufficio estero di Londra ha aggiornato i consigli di viaggio per i propri cittadini, avvisandoli che eventuali richieste fraudolente avrebbero dato origine a severe procedure penali.

    Nel mese di giugno la polizia avrebbe arrestato un uomo di nazionalità britannica a Maiorca e sottoposto a indagini un ulteriore sospettato.

    L’accusa, per entrambi, è di adescare turisti fuori degli alberghi per incoraggiarli a presentare false dichiarazioni.

    Carolina Ruiz, avvocato di Monlex Abogados che sta seguendo il caso, è riuscita a produrre un dossier relativo al resort Club Mac di Puerto Alcudia a Maiorca.

    Qui immagini molto eloquenti mostravano i quasi 1000 turisti britannici che avevano avanzato richieste di risarcimento per vacanze rovinate da intossicazioni, e quindi passate in camera, muoversi all’interno e all’esterno delle strutture, fruire di tutti i servizi e consumare, abbondantemente e senza problemi, cibi e bevande dei resort.

    In un caso particolare, un uomo che richiese un risarcimento per avvelenamento, venne ripreso mentre, nel corso della seppur breve vacanza, consumava oltre 100 gin tonic in perfetta salute.

    A Tenerife il Ponderosa Aparthotel a maggio ha presentato una denuncia per diffamazione contro un uomo britannico che chiese risarcimento per intossicazione e contro lo studio legale che ne seguiva le vicende.

    Estalella sottolinea che è necessario fermare questo fenomeno anche attraverso i tribunali ma è la legge britannica che dovrebbe cambiare, rendendo meno facili le presentazioni di richieste di presunta intossicazione che, nella maggior parte dei casi, si rivelano fraudolente.

    di Franco Leonardi

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