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    Effetto placebo, non è vero ma ci credo

    Nella normalità dell’esecuzione di una terapia medica, si somministrano farmaci con effetti specifici, ad esempio un antinfiammatorio, un antidolorifico, un ansiolitico, il placebo è un’altra cosa…

    Se eliminiamo la terapia vera e la sostituiamo con una finta, questa prende il nome di EFFETTO PLACEBO.

    Possiamo ricorrere a tutti o ad alcuni degli stimoli sociali, vedi un’iniezione, una pastiglia, l’agopuntura, un rituale chirurgico.

    L’effetto placebo è costituito dall’influenza positiva che possono avere su di noi questi elementi.

    Inoltre sappiamo perfettamente che effetto “lenitivo” possono avere su di noi le parole e gli atteggiamenti del personale sanitario che ci cura e rassicura sulle nostre condizioni fisiche, il considerarci protetti tra le mura di un ambiente ospedaliero, circondati da macchinari o toccati e visitati da un medico che ci tranquillizzi, in caso di bisogno.

    Nel caso dell’effetto placebo, assumendo per esempio una pastiglia di zucchero convinti che sia un medicinale, il nostro cervello produce sostanze dall’effetto non troppo dissimile ai famigerati oppio o cannabis, tanto da farci calmare o scomparire un dolore fisico, se pensiamo in quel momento che la pastiglia fosse un antidolorifico, a farci addormentare se siamo convinti di aver assunto un sonnifero.

    Fantastico, vero?

    L’effetto placebo vale anche nello sport.


    Decisamente antietico, ma è possibile aumentare la performance di un atleta se egli crede di essere stato “dopato”.

    Insomma, l’effetto placebo è un po’ come la bacchetta magica delle fate nelle nostre favole da bambini.

    Basta un colpo di bacchetta e tutto si trasforma in quel che in quel momento si crea.

    E siccome a tutto c’è un contrario, esiste l’effetto nocebo.

    Se il nostro cervello si convince che le cure che stiamo facendo per migliorare la nostra salute sono inutili, molto probabilmente questo può accadere.

    Quindi facciamo in modo di ingannarlo ma a nostro favore.

    Molto meglio per il nostro vivere.

    di Danila Rocca

     

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