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    Una vespa salverà le patate dalla piaga della tignola

    Una vespa particolare introdotta per cercare di controllare la tignola delle patate

    Una piccola vespa, Copidosoma koehleri, è la protagonista di un progetto pilota cui collaborano da circa 3 anni 30 agricoltori di Icod de Alto per contrastare la piaga della tignola delle patate.

    Il parassita, volgarmente chiamato tignola ma il cui nome scientifico è Phthorimaea operculella, è una farfalla originaria del Sud America che attacca non solo le patate ma anche tutte le altre solanacee come pomodori e melanzane.

    La larva della tignola costruisce delle gallerie all’interno del tubero della patata, in attesa di terminare il suo ciclo, per poi incrisalidarsi nelle foglie, favorita dalle particolari condizioni climatiche.

    Non visibili immediatamente nella fase di raccolta, i danni ai tuberi possono presentarsi solo in seguito, provocando ingenti danni economici agli agricoltori.

    Il Cabildo di Tenerife e l’Università di La Laguna hanno lanciato un progetto pilota in diversi appezzamenti di Los Campeches dove si è stabilito un sistema di lotta integrata utilizzando posizionamento di trappole a ferormoni.

    La vespa in particolare parassitando le uova della tignola impedisce loro di completare il ciclo di vita naturale e gli esperti sono ormai concordi nel ritenere necessario realizzare un allevamento di massa del Copidosoma koehleri al fine di salvaguardare i raccolti senza utilizzare espedienti chimici.

    Durante la recente conferenza stampa tenutasi a Icod de Alto sono stati presentati i progressi del progetto che riguarda la piccola vespa ed è stato sottolineato che la strategia adottata rappresenta il futuro del settore agricolo.


    La collaborazione degli agricoltori è stata fondamentale nell’ottenimento del successo del particolare trattamento, dimostrando grande impegno e spirito di lungimiranza nell’adozione di un metodo innovativo di lotta alla tignola.

    La tignola è stata causa di perdita di coltivazioni anche in Italia, dove è arrivata nella prima parte del secolo scorso a causa del commercio di tuberi infestati, ma è altresì diffusa nelle regioni tropicali e sub tropicali dell’America, in Asia, in Africa e in Australia.

    dalla Redazione

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