Stato di siccità idrologica per l’Arcipelago delle Canarie e per vaste zone della Spagna dopo un inverno che, a detta degli esperti, è stato uno dei più secchi mai riscontrati nel corso dell’ultimo decennio.
La UPA, Unión de Pequeños Agricultores y Ganaderos, ha definito come molto grave lo stato di siccità sofferto da gran parte del Paese, con particolare riferimento a Castilla y León, Galicia, Asturias, Cantabria, Canarias e alcune zone di Castilla-La Mancha e Extremadura.
In particolare l’associazione ha osservato che le perdite causate dall’eccessivo caldo e dalla contestuale assenza di piogge significative, sono pari a diversi milioni di euro per quanto riguarda le coltivazioni di cereali e colza e che le colture a foraggio e pascolo sono in grave pericolo, per insufficiente disponibilità delle acque.
Lo stato di siccità idrologica si verifica infatti quando, per effetto di un particolare clima, le riserve di acqua disponibili cominciano a scarseggiare, provocando gravi ripercussioni sulle coltivazioni principali che a loro volta determinano ingenti perdite non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista dell’allevamento del bestiame, che si ritrova improvvisamente depauperato dei necessari pascoli di sostentamento.
L’associazione degli agricoltori, che si sono assicurati contro lo stato di siccità, ha cominciato a reclamare i dovuti indennizzi, benché la contrattazione delle polizze relative è stata inferiore rispetto al normale a causa di un inizio inverno particolarmente piovoso che ha lasciato ben sperare per il futuro dell’economia agricola.
UPA ha inviato una richiesta formale al Ministerio de Agricoltura affinché venga convocato con urgenza un tavolo siccità, per analizzare nel dettaglio la situazione e proporre soluzioni per evitare la rovina di migliaia di agricoltori.
Il raccolto di cereali del 2016, benché vi fossero già alcune zone agricole in condizioni precarie, è stato relativamente molto buono, con circa 23,2 milioni di tonnellate, risultato superato solo da quello ottenuto nel 2013.
Ma secondo UPA e tenendo conto della stima effettuata facendo riferimento al volume di produzione del 2012, in assoluto il peggiore, la campagna passata potrebbe soffrire di una riduzione di oltre il 30% che, considerando anche le precipitazioni e le temperature di maggio, potrebbe aumentare prospettando una raccolta definita rovinosa.
In ultima analisi gli agricoltori hanno espressamente chiesto alle fonti di informazioni meteorologiche e ai media in generale di evitare l’esaltazione del bel tempo e della assenza di perturbazioni che, se da un lato rappresenta una buona notizia per i vacanzieri, costituisce un vero e proprio stato di allerta per tutti gli agricoltori.