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    Per noi anziani ritornare a Santa Cruz è come vivere un’altra vita

    Perché ritornare alle Canarie quando la vita va velocemente a concludersi, perché scegliere proprio la capitale dell’isola di Tenerife, Santa Cruz, con tanti altri luoghi in un mondo così vario, bello e grande.

    Queste riflessioni occupavano i miei pensieri mentre camminavo lentamente dove le onde lambiscono la rena, lontano dal chiasso e dalla vita di tutti i giorni.

    Queste considerazioni e pensieri, passo dopo passo mi facevano ritrovare la calma e soprattutto la serenità ed è come procedere a tu per tu con la coscienza che mi chiede una prova di verità e purezza.

    Qui il mare è come un cielo aperto sull’infinito del mondo che ci aiuta a ricordare le tappe della nostra vita che sembrano essere rappresentate dalla lunga serie di orme che lasciamo dietro di noi.

    Il carnevale è finito ed è quasi un lontano ricordo.

    Noi anziani riprendiamo a riappropriarci di quei luoghi a noi così cari dove le parole dei poeti ci conducono ad un approdo che non avremmo mai pensato di raggiungere, allontanandoci dall’egoismo della nostra indifferenza, riuscendo a capire qualcosa di più di noi stessi e degli altri.

    Sentirsi liberi significa soprattutto vivere in armonia con se stessi, avere il diritto di fare tutto ciò che non danneggi gli altri e custodire nel cuore un sentimento di amore per l’intera comunità di Santa Cruz che ci accoglie, accettando i nostri limiti con le nostre abitudini.

    Il chiasso, il frastuono, lo stordimento carnevalesco è ormai alle nostre spalle mentre ascoltiamo il significato dei valori della vita dove ogni tramonto non è solo la fine di un giorno ma è la promessa di una nuova rinascita.


    Per finire, spero e mi auguro che la comunità degli italiani, qui residenti, possa far risaltare l’inclusione sociale e favorire l’anziano con un “Osservatorio volontario” che potrà essere progetto di sostegno/aiuto per coloro che si trovassero in uno stato di disagio, fisico morale e psichico, perché non è ciò che possediamo nella vita a renderci felici ma come lo usiamo a favore degli altri.

    Le avversità sono il banco di prova dei nostri principi e della nostra volontà, la nostra sorte è data da tutto ciò che la vita ci offre e dall’uso che ne facciamo poiché il destino consiste nel modo in cui accettiamo le cose che non possiamo cambiare mentre affrontiamo con trasporto quelle che è possibile modificare.

    La carta stampata quale mezzo potente di informazione potrà aiutare i nostri destini a ricongiungersi e camminare insieme per vivere meglio e combattere la solitudine, male sociale, che attanaglia soprattutto noi anziani.

    di Giovanni Argenziano

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