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    Prostituzione, la crisi abbassa il costo delle prestazioni

    La prostituzione è un mercato dove la crisi non si fa sentire, eppure a fronte della contingenza esterna si è vista costretta a ridurre del 75% il costo delle prestazioni.

    Bufala?

    La sociologa Esther Torrado, una delle migliori esperte dell’Università della Laguna in materia di universo femminile, ha presentato una relazione all’interno di una conferenza tenutasi recentemente a Casa Colón di Las Palmas, nella quale sottolinea che la precarietà ha intaccato un settore dove migliaia di donne, sia per volontà che per esigenze economiche, hanno deciso di mercificare il proprio corpo.

    Una crisi che ha generato la necessità di prostituirsi e che nel contempo ha intaccato un mondo sommerso dove i soldi giravano con abbondanza e dove perfino ad Amsterdam, considerata la mecca della prostituzione, i servizi di base sono passati da 80 a 50 euro.

    La Torrado mostra come il calo dei prezzi sia un fenomeno che riguarda più paesi, come la stessa Spagna dove si è passati da 40-50 euro per prestazione base a 20 euro e dove una fellatio che costava 20 ora ne costa solo 5.

    Secondo i dati aggiornati, in Spagna il 90% delle persone che si prostituiscono sono donne, il 3% uomini e il 7% transessuali, consolidando il patriarcato nel commercio più antico del mondo.

    Il fenomeno del ribasso, a fronte di una vera e propria espansione del mercato, tocca in particolare modo anche il sud della Spagna e le isole Canarie dove molte donne che avevano abbandonato il mestiere, a causa della crisi economica hanno ripreso l’attività, sebbene a prezzi ridotti.

    La Torrado, convinta abolizionista, vede nella repressione della prostituzione una soluzione a un problema che ha a che fare non solo con il sesso, ma soprattutto con la classe sociale, ritenendo che la mercificazione del proprio corpo sia legato principalmente alla povertà.


    E ora, con un significativo aumento della domanda, più che mai la prostituzione si configura come sistema capitalista per la enorme redditività che produce.

    L’approccio al fenomeno della prostituzione della Torrado è più che mai sociale, con la convinzione che alla base dello stesso sia da individuare un crimine sessista che ha creato una vera e propria tratta di donne che, nella maggior parte dei casi, sono estremamente vulnerabili.

    La ricerca prodotta, commissionata dall’Instituto Canario de Igualdad del Gobierno de Canarias alla Università di La Laguna, affronta anche il fenomeno del turismo sessuale che nelle due isole principali è in forte aumento.

    Lo scorso anno il Congresso dei Deputati ha approvato una relazione sostenuta dai socialisti, dal partito popolare e dal CiU, nella quale si obietta all’ipotesi di regolare la prostituzione considerandola come un normale lavoro, mancando i requisiti fondamentali per essere ritenuto tale per il suo legame con il traffico di donne e il loro sfruttamento sessuale.

    Le soluzioni attuabili secondo la sociologa devono partire da politiche di uguaglianza e di protezione nei confronti delle donne, da politiche di inclusione sociale e da un inserimento dei moduli di educazione sessuale nel sistema educativo per prevenire il consumo precoce di pornografia e prostituzione.

    Una campagna di deterrenza della domanda e di aumento di consapevolezza nella cittadinanza è la sfida, ardua, che la Torrado considera come base fondamentale per affrontare la problematica.

    Bina Bianchini

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