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    SPIGOLATURE – Il desiderio e la volontà

    Melanconia (1912) – Giorgio De Chirico

    Il desiderio o sogno o progetto, si materializza grazie alla volontà e ad una certa quantità di fattori che possiamo anche chiamare fortuna.

    Lo spazio tra il desiderio e la sua concretizzazione è percorso da una serie di azioni e reazioni.

    Molte di queste azioni non vanno a buon fine e spesso la nostra sensazione è di vuoto attorno, tanto da sfiduciarci e renderci meno reattivi e non sperare più tanto nello scopo, vivendo le giornate con un misto di incertezza e di un continuo vedere allontanarsi il traguardo.

    Buona parte di questa sensazione di incapacità deriva da aspettative certe che avevamo, suggerite da una cultura che ci ha insegnato di grandi uomini, grandi idee, grandi conquiste, amici ineccepibili, vicini realizzati, retorica stantia, frasi fatte.

    Mettiamoci invece nella posizione che cercheremo di essere un po’ imperfetti, di fare più errori, di essere meno seri, di non avere la scarpa giusta, di passeggiare di più, di fermarci più spesso per prendere il gelato. Di uscire di casa per tutt’altro scopo che il nostro progetto, di ritenere un abbraccio più importante e di pensare che l’amicizia e l’onore non sono il risultato dalle nostre capacità rivelate, ma bensì dal nostro semplicemente accettarsi.

    Non ci sono giudizi, né peccati ne sconti; il concetto di “strada giusta” poi è così sfumato!

    Perché, nel caso non ve ne rendete conto, di questo è fatta la vita.

    La volontà è una forza che ci fa agire, al pari di un comburente (come l’ossigeno), senza il quale la combustione non può esistere. Ma la quantità di comburente non la decidiamo noi come non decidiamo noi la nostra età; ci viviamo semplicemente e banalmente dentro. Se sei giovane hai più “ossigeno”, più in là con gli anni di meno. E “più il là”, decidessimo di attraversare a piedi Tenerife dobbiamo considerare che siamo un po’ imperfetti, con le scarpe sbagliate e che ci andrebbe magari di fermarci per mangiare un gelato perché in quel locale troviamo un amico.


    E cercando anche di essere meno seri!

    di Andrea Maino

    Melanconia (1912), Giorgio De Chirico

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