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    Tenerife, storia di una conquista (1a parte)

    di Ilaria Vitali

    É un lungo passo indietro quello che occorre compiere per conoscere la storia di Tenerife, e precisamente è all’anno 1493 che si deve volgere lo sguardo, quando Alonso Fernández de Lugo ottenne i diritti di conquista sull’isola di Tenerife dai Re Cattolici, in cambio della rinuncia al premio promesso per la conquista di La Palma.

    Tenerife all’epoca della conquista era suddivisa in nove menceyatos, ovvero zone con una propria autorità; il termina “mencey” è di derivazione guanche per indicare un re o un capo.

    Vi erano menceyatos del sud e dell’est come Anaga, Güímar, Abona e Adeje che avevano più contatti con gli spagnoli grazie all’attività missionaria della Candelaria e i menceyatos del nord come Tegueste, Tacoronte, Taoro, Icoden e Daute che erano militarizzati e che cercarono di opporre una forte resistenza all’invasione spagnola.

    Nel mese di aprile del 1494, proveniente dall’isola di Gran Canaria, sbarcò il conquistatore de Lugo direttamente nell’attuale Santa Cruz de Tenerife con una truppa di spagnoli e canari, formata da circa 2.000 uomini a piedi e 200 a cavallo.

    Il gruppo armato aveva tutte le intenzioni di addentrarsi nell’isola di Tenerife cercando di evitare in un primo momento il conflitto e a Bencomo, il re guanche più importante e più ostile, non solo de Lugo offrì la propria amicizia ma anche impose l’accettazione della religione cattolica e la sottomissione all’autorità dei Re Cattolici; il rifiuto delle due ultime condizioni portò inevitabilmente al duro confronto.

    Il primo incontro armato in assoluto fu quello della celebre Prima Battaglia di Acentejo, svoltasi nell’omonimo Barranco nel municipio di La Matanza.

    L’esercito dei conquistatori giunse per la precisione nella valle di Taoro, ovvero Valle de La Orotava, con il preciso intento di schiacciare i Guanches che, dal canto loro, non si fecero affatto sorprendere e attesero gli invasori in un’imboscata che procurò loro la perdita dell’80% degli uomini.


    Una battuta d’arresto che passò alla storia come estremo tentativo da parte della civiltà aborigena di mantenere il controllo sulle proprie terre e soprattutto sulla propria vita; de Lugo si rifugiò a Gran Canaria con quello che restava del suo esercito, dove si apprestò ad organizzare un nuovo assalto con truppe più addestrate e maggiori risorse finanziare, queste ultime provenienti dai ricchi nobili castigliani e dai mercanti genovesi.

    Nel frattempo i Guanches, vittoriosi in questa parte della storia della conquista, distrussero il fortino di Añazo eretto dagli spagnoli.

    Ma quella fu solo una momentanea vittoria, il corso della storia, che stava accelerando vorticosamente, per la coraggiosa civiltà aborigena stava per chiudersi drammaticamente.

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