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    Allarme salmonella per le tartarughe del Parque de La Vega

    Vero e proprio allarme quello per le tartarughe ospitate all’interno di uno dei parchi più famosi della città di La Laguna, il Parque de La Vega, risultate positive per il 29% sull’intera popolazione al batterio della salmonella.

    Lo studio condotto dall’Università CEU Cardenal Herrera di Valencia che ha analizzato le tartarughe presenti nel parco, ha sottolineato che dal momento che i rettili sono portatori asintomatici di salmonella, la loro crescente diffusione come animali domestici ha aumentato il rischio di contagio specialmente nei bambini, negli anziani e nelle persone con sistema immunitario compromesso.

    L’Ayuntamiento di La Laguna, a fronte del notevole impatto che le tartarughe portatrici di salmonella possono avere sull’intero habitat, ha deciso di drenare l’intera zona con la collaborazione della Fundación Neotrópico e di rimuovere tutte le tartarughe e i pesci dalle vasche.

    Il problema non è nuovo, già negli anni passati erano stati ritirati dai 15 ai 20 esemplari riducendo il rischio senza eliminarlo e ora, con il prosciugamento di tutte le vasche del parco, si auspica di raggiungere risultati soddisfacenti in poco tempo.

    Il biologo direttore della Fundación Neotrópico Jaime de Urioste non parla di vero e proprio allarme, benché raccomandi ai bambini di evitare di toccare l’acqua e in caso di possesso di tartaruga domestica e di difficoltà a rispettare severamente la raccomandazione, viene offerto il recupero gratuito del rettile e successivo stallo presso il centro.

    La salmonellosi del resto è la malattia più diffusa trasmessa dagli animali all’uomo e nella sola Europa ne vengono rilevati 100.000 casi di contagio all’anno; nonostante la malattia si contragga principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati, si stima che il 6% delle infezioni da salmonella nell’uomo siano dovuti al contatto con le tartarughe.

    Nel caso del Parque de La Vega, l’aumento della popolazione delle tartarughe ha provocato danni anche all’ecosistema acquatico presente, dal momento che queste si cibano di ninfee, pesci, uova di uccelli migratori, piccioni e larve di carpa.

    Le tartarughe prelevate trascorreranno un periodo di quarantena nelle vasche della Fundación Neotrópico, dove rimarranno se risultate sane, mentre i pesci saranno reinseriti nelle vasche del parco, una volta drenate e ripulite.


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