di Magda Altman
L’arcipelago canario è la terza regione spagnola con il debito pubblico più basso del paese.
L’Autorità Indipendente per la responsabilità fiscale ha calcolato che il debito pubblico spagnolo presenta, rispetto al PIL, un profilo sostenibile e decrescente, con maggiori risultati positivi raggiungibili a partire dal 2018.
I dati, presentati dall’osservatorio del debito pubblico che ha stabilito una piattaforma interattiva di discussione con i diversi comuni, rivelano che con l’adozione della legge di stabilità del bilancio, quella che dovrebbe garantire il rispetto di sostenibilità europea, si prevede un periodo di transizione fino al 2020 per raggiungere il limite massimo del 60% dell’indebitamento.
La piattaforma mostra inoltre che Valencia è il territorio in cui sono più necessari giorni di lavoro per cittadino per pagare il debito regionale, con un totale di 154 giorni ma se si somma il debito pubblico a quello regionale, per le comunità di Extremadura, Castilla La Mancha, Valencia, Andalusia e Murcia i giorni salgono a 440, laddove invece nell’arcipelago i giorni per lavoratore sarebbero 57.
In particolare, nel secondo trimestre, la crescita del debito rapportato al PIL (100,5%) si è verificata in tutte le comunità autonome, ad eccezione delle isole Canarie e delle Baleari, attestandosi a 1.106 miliardi di euro.
Benchè in lieve calo rispetto ai dati di marzo 2016, il debito è comunque cresciuto di 10.543 miliardi di euro, considerando che la Spagna dal 2008 al 2015 ha attraversato una grande recessione dovuta principalmente al collasso del mercato immobiliare e che nel 2012 è entrata a far parte del debito sovrano europeo quando il paese, non in grado di effettuare operazioni di salvataggio finanziario, si è visto costretto a richiedere dei pacchetti di aiuto da 100 miliardi di euro all’ESM (European Stability Mechanism).
L’arcipelago canario, grazie a politiche di rilancio del settore turistico e ad un sistema fiscale favorevole all’imprenditoria, ha assistito ad una crescita del PIL superiore alla media europea e alla media nazionale.
Nonostante nel corso del secondo trimestre il debito pubblico sia cresciuto di 136 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2015, l’arcipelago canario si è distinto per un indebitamento molto basso rispetto al prodotto interno lordo generato.
Il PIL canario è il risultato di introiti provenienti dal settore del turismo e dall’adozione di una politica energetica alternativa che ha contribuito ad abbassare i costi pubblici in bilancio.
Il particolare dinamismo dell’economia canaria parrebbe essere il segreto di una notevole resistenza alla crisi economica generale.
L’arcipelago canario quindi, rispetto a tutte le realtà spagnole, sembra navigare in acque più tranquille.