Breve analisi del commercio alle Canarie: storia di un modello di successo
di Stefano Ferilli
Quello delle Canarie è un modello economico di successo che sottende un’intelligente politica di decisioni e manovre unitamente ad uno sforzo comune degli operatori.
Dopo anni terribili di retrocessione (il 2011 venne considerato il peggiore anno in assoluto), l’arcipelago canario ha brillantemente superato la crisi a partire dal 2014, il primo anno in cui il bilancio delle vendite nel settore commerciale non solo si è chiuso in positivo, ma ha superato di 4 punti quello di Madrid.
Canarie leader del commercio a livello nazionale, un risultato che ha abbracciato piccole e medie imprese e si è esteso al settore occupazionale.
Qual è il segreto?
Una politica sicuramente intelligente e coerente, una concertazione a livello nazionale che ha fatto sì che in sede di Unione Europea la Spagna ottenesse finanziamenti di gran lunga superiori agli altri paesi (30 miliardi di euro in più rispetto all’Italia) e che ha salvato le banche e le categorie commerciali in un colpo solo.
Ma non solo.
Nel caso specifico delle isole dell’arcipelago, dove il turismo è la grande azienda che crea introito e posti di lavoro, è stato approntato e utilizzato un modello di riqualificazione urbana che ha tenuto conto della bellezza naturale e della domanda di servizi.
E ha funzionato, lo dicono i dati: l’arcipelago ha registrato nell’ultimo anno un aumento delle vendite del 4,6% in più rispetto agli anni passati.
Tenerife ha riscontrato un aumento del 6% nel turismo.
L’attenzione di alcune zone verso il turismo da crociera, ha fatto sì che venissero realizzate opere di ampliamento delle aree commerciali aperte a tutto vantaggio dei fruitori e delle attività presenti.
Sono questi i casi di Santa Cruz de Tenerife, Santa Cruz de La Palma e Arrecife, che hanno aperto nuovi fronti sul mare collegati alle strade principali e implementato la Marina.
La corretta gestione dei luoghi di richiamo turistico ha permesso di sfruttare al massimo le potenzialità presenti, aumentando non solo l’affluenza ma anche gli introiti e la visibilità.
Un particolare sforzo è stato compiuto da associazioni di categoria e operatori commerciali per poter realizzare una fruttuosa convivenza tra le formule all-inclusive praticate dagli hotel e la sopravvivenza delle strutture all’esterno dei complessi ricettivi, attraverso accordi di collaborazione risultati efficaci.
La diversificazione e la qualità dei prodotti delle piccole medie imprese pare siano stati la chiave per non soccombere all’avvento dei centri commerciali e dei franchising, così come alla concorrenza dei negozi made in China.
Nazionalismo, questo, forse, è il vero cuore del segreto di un rilancio economico.
Buona parte della produzione è spagnola, non esterna.
Le grandi aziende in difficoltà durante la crisi economica non sono state svendute ma congelate in attesa della ripresa che, quando è avvenuta, hanno aperto i battenti ai propri lavoratori spagnoli, senza importarne di esterni.
Forte nazionalismo, corretto atteggiamento politico, impegno nello sfruttare al massimo le risorse locali e grande attenzione alle piccole e medie imprese sono stati gli ingredienti di un modello vincente che potrebbe essere esportato anche all’estero.
Ma di tutti questi ingredienti, il nazionalismo non lo si inventa e nemmeno lo si esporta.