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    Un “Omarello” a Puerto de la Cruz

    Il Santuario di San Luca che sorge sul Colle della
    Guardia a Bologna é un luogo molto caro per noi bolognesi tanto che si usa dire che, dopo un viaggio quando un bolognese vede San Luca, significa che finalmente é a casa. 
    Ebbene, per non farci mancare proprio niente,
    ci siamo attrezzati pure qui a Tenerife.
    Fotomontaggio di Cristiano Collina

    (diario esistenziale alle soglie della terza età)

    di Davide Selis

    Dopo due mesi di permanenza a Puerto, la mia valutazione su questa cittadina è entusiastica. Vivendo qui, ho potuto superare con serenità alcune prove probanti, ovvero “test-tosti”: lo scarico del water della mia casa ostruito, per il semplice uso di carta igienica (nessuno mi aveva detto che le tubature che si allacciano alla rete idrico-fognaria, da queste parti sono strettissime, ed è un azzardo gettare la carta igienica negli scarichi); il pavimento del bagno allagato per un difetto della lavatrice, ricevuta con tutto il mobilio dal padrone di casa; una influenza portata in piedi ed in solitudine in terra straniera; una spedizione importante dall’Italia (di un caricabatterie che avevo dimenticato a casa) bloccatasi per un evento che si verifica ogni cinquant’anni, quando va male… Ma dopo tutte queste prove, amo Puerto de la Cruz quanto mai, sono contento di esserci venuto e spero di concludere qui i miei giorni…

    Ero andato per gradi, nella scelta della località in cui vivere l’ultimo tratto della mia esistenza: come pensionato, rimanere nella bella Bologna (una città incantevole, che ha la sfiga di essere troppo vicina a Venezia e a Firenze, per cui fa la fine di una bella ragazza tra due grandi dive) significava dover attingere troppo spesso al tesoretto della liquidazione per le spese extra, e finire quindi per perdere in pochi anni quel fondo che dà sicurezza alla mia vecchiaia; significava inoltre patire il clima invernale e quello estivo della pianura padana, che nella prospettiva della età più debole avrebbero comportato pene, disagi e forse una conclusione dei miei giorni anticipata…

    Ero andato per gradi: dopo aver scelto il blocco-Canarie per quei motivi di clima e di caro-vita che ho appena richiamato, la selezione si era ridotta alle due isole principali, Tenerife e Gran Canaria, perché sono le uniche che hanno grandi capoluoghi (Santa Cruz e Las Palmas).

    Abitare in una grande città o in un piccolo centro non lontano da essa, mi dà infatti un senso di sicurezza in prospettiva della vecchiaia: vicino ad un grosso centro abitato si hanno più servizi a portata di mano, compreso l’ospedale, che pure vorrei non conoscere mai dall’interno… Esaminando foto, video e testimonianze relative a Tenerife e a Gran Canaria, avevo costantemente ricavato una impressione di fascino dalla prima e di soggettivissima repulsione dalla seconda, nonostante la bella spiaggia di questa grande città. Rimaneva in campo solo Santa Cruz, dunque. Intenzionato con la mente ad innamorarmi di Santa Cruz, in maggio sono venuto a conoscere la mia bella, per una vacanza di sedici giorni (per conoscere una città in rapporto alle proprie esigenze, è necessario infatti soggiornarvi per un tempo non troppo breve, come mi insegnò un amico esperto di viaggi: per “sentire” una città è indispensabile oziarvi intere giornate e per un po’ di tempo…). Il primo stimolo a cambiare la mia destinazione ideale, mi fu dato da un angelo custode travestito da tassista, che appena sbarcai all’aeroporto di Tenerife sud, mi accompagnò fino al mio albergo a Santa Cruz. Presi io l’iniziativa del dialogo, e perfino della confidenza, con questo tassinaro, per mettere alla prova il mio spagnolo che avevo frettolosamente cercato di imparare (andando poco oltre l’ABC) prima di partire. Confidai quindi al tassista che intendevo conoscere Santa Cruz in vista di un mio trasferimento in quella città. Quel sant’uomo mi suggerì di puntare piuttosto su Puerto de la Cruz, perché le case lì costano di meno (argomento al quale io sono sensibilissimo, non essendo ricco); inoltre, a Puerto vi sono delle spiagge e a Santa no; a Puerto la gente è più rilassata e vi è più allegria, perché è un luogo di vacanze, mentre la capitale è una città di lavoratori, quindi è più cupa; a Puerto vi sono meno cucarachas… Tutti forti stimoli da verificare sul campo, con diverse visite a Puerto de la Cruz. Ed inoltre, trascorrendo la mia vacanza di sopralluogo ed esplorazione a Santa Cruz, avrei potuto fare comodamente tante escursioni, al sud come al nord, e visitare tutte le località più importanti, per decidere poi con oculatezza dove trasferirmi a vivere.

    (Continua)

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