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    La svolta di La Palma dopo l’eruzione vulcanica del 1971

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    di Ilaria Vitali

    L’eruzione vulcanica del Teneguía del 1971 cambiò per sempre il destino dell’isola canaria La Palma.

    L’isola, che si trova a circa 80 km da Tenerife, prima del 1971 era pressoché sconosciuta al turismo e non possedeva alcuna infrastruttura di accoglienza e commerciale.

    Ma il 26 ottobre di quell’anno si verificò un evento che cambiò per sempre non solo la conformazione dell’isola ma anche la sua ricchezza.

    Il Teneguía è un vulcano situato a La Palma di circa 439 m di altezza e particolarmente attivo nell’antichità, pur non avendo mai provocato, nelle 16 eruzioni documentate, alcuna vittima, grazie alla bassa densità demografica.

    Quella del 26 di ottobre fu un’eruzione anomala, di breve durata, la più corta in assoluto nella ricca storia delle eruzioni vulcaniche dell’arcipelago.

    Durò infatti fino al 18 novembre dello stesso anno ma produsse molto materiale lavico che distrusse i vitigni della zona e formò una nuova spiaggia, aumentando così le dimensioni dell’isola.


    Inizialmente l’evento fu vissuto con paura e preoccupazione ma in seguito divenne il vero volano dell’economia dell’isola.

    Cominciarono ad arrivare i turisti dalle altre isole per vedere la nuova formazione di materiale vulcanico, una zona poi dichiarata Monumento Natural por la Ley de Espacios Naturales de Canarias.

    I pochi bar presenti si affollarono di curiosi, giornalisti e naturalisti, un flusso continuo di persone che volevano ammirare i nuovi calanchi naturali di lava che correvano al mare.

    Il geologo Alfredo Hernandez Pacheco che tornò a La Palma dopo due anni dall’eruzione vulcanica per mappare di nuovo l’isola, notò che la terra era ancora calda ed erano presenti numerose fumarole di gas.

    L’eruzione del Teneguía si rivelò una vera e propria fonte di ricchezza per La Palma, oggi meta di turisti e luogo per eccellenza per la coltivazione di banane, proprio là dove il vulcano aveva creato nuovi spazi.

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