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    Boom di turisti alle Canarie: non saranno troppi?

    Schermata 2016-07-24 alle 11.28.49Boom di turisti alle Canarie: non saranno troppi?

    di Bina Binella

    Alla soglia dei 13 milioni di turisti all’anno nelle isole Canarie una domanda parrebbe lecita: ma non saranno troppi?

    L’annoso problema di offrire adeguati servizi al flusso crescente di turisti nell’arcipelago mantenendo un turismo sostenibile sia per l’ambiente che per il territorio edificabile, è stato l’obiettivo di una lunga storia di proroghe.

    Fissare un tetto alla costruzione di nuove strutture ricettive per non perdere il fascino dell’ambiente né tantomeno i turisti, è stato l’obiettivo di un’operazione di moratoria cominciata più di 20 anni fa.

    La prima fase dell’operazione è partita nella seconda metà degli anni ’90 (anni del boom turistico) e si è focalizzata sulla determinazione della scelta dei terreni da adibire a strutture ricettive.

    Dal 2009 si è iniziato a rivalutare vecchie strutture ancor prima di crearne di nuove con l’obiettivo di una trasformazione sostenibile che tenesse conto di un’equa distribuzione delle risorse congiuntamente ad un’alta efficienza energetica.

    Lo spettro della speculazione edilizia è comune a molti luoghi nel mondo che subiscono l’introito derivante dal turismo con la depauperizzazione di luoghi che da incontaminati si trasformano in veri e propri agglomerati di mostri di cemento.


    Combattere quindi la costruzione dissennata di strutture per i turisti in zone che non solo non corrispondono agli standard qualitativi ma che nemmeno rispondono alle reali richieste di mercato è stato uno degli obiettivi principali della moratoria canaria.

    Il turismo è un fenomeno molto dinamico che sottende la capacità di agire in velocità offrendo prodotti di qualità senza rovinare l’ambiente, reale motivo del flusso turistico.

    Secondo gli esperti la moratoria rappresenta un filtro efficace affinché solo soluzioni di accoglienza che rispondono ai criteri di sostenibilità e di qualità possano entrare a far parte del business.

    Alle Canarie, ricordiamolo, il 3% del suolo genera il 30% del PIL.

    Con la legge del 2013 si è giunti ad un punto di svolta che ha favorito il rinnovamento di strutture degli anni ’60 ormai obsolete grazie all’erogazione di incentivi e piani di modernizzazione.

    L’effetto della moratoria degli ultimi anni ha prodotto il fenomeno della residenzializzazione che, benché sempre esistito, ha subito un significativo incremento.

    Conseguentemente al tetto che ha limitato le concessioni edilizie, molti proprietari di ville e appartamenti hanno riconvertito le proprie residenze in alloggi, più o meno attrattivi, per turisti.

    Recentemente il presidente del Gobierno regional Fernando Clavijo ha annunciato che per il 2016 il dibattito su una nuova moratoria verrà riaperto, congiuntamente ad una semplificazione normativa del territorio e ad un ripensamento del modello turistico.

    La moratoria sarà quindi la vera chiave di volta di un delicato equilibrio tra creazione di nuove strutture, e quindi di nuovi posti di lavoro, e la fondamentale salvaguardia del territorio canario.

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