La situazione è critica in zone come El Fraile, ad Arona, o Los Abrigos, a Granadilla.
La crescita demografica esponenziale e continua che ha interessato il sud di Tenerife continua a mettere in luce le vergogne a livello infrastrutturale che affliggono l’isola.
È un dato di fatto che i comuni di Adeje, Arona e Granadilla, ma senza dimenticare San Miguel de Abona e Guía de Isora, costituiscono una seconda grande area metropolitana a Tenerife, i cui servizi e infrastrutture sono rimasti fermi nel tempo e completamente insufficienti.
Se diamo un’occhiata al censimento di questi 5 comuni, ci rendiamo conto che quest’area metropolitana conta, alla fine del 2024, 236.000 abitanti.
Una cifra non trascurabile, che supererebbe persino quella della capitale di Tenerife.
Ma mentre Santa Cruz dispone di infrastrutture adeguate alla sua popolazione, il sud sta pagando a caro prezzo la sua rapida crescita e la sua lontananza, fisica e sentimentale, dai grandi centri decisionali dell’arcipelago.
In questo contesto, il termine “collasso” sta diventando molto ricorrente tra gli abitanti di questa zona dell’isola.
Collasso, naturalmente, sulle strade e in generale nella mobilità, con migliaia di persone che ogni giorno si spostano per lavorare tra i grandi hotel di Arona e Adeje e i quartieri o le località limitrofe dove risiedono.
Manca una terza corsia sull’autostrada e un miglioramento del trasporto pubblico, che potrà fare un salto di qualità definitivo con l’arrivo, a lungo termine, del treno, se mai arriverà.
Collasso dei servizi sanitari, con centri di assistenza che non riescono a far fronte al numero di pazienti da visitare, che devono quindi recarsi all’ospedale La Candelaria.
E collasso, in particolare, nel settore dell’edilizia abitativa, con molte famiglie che non hanno accesso a un alloggio dignitoso a causa della mancanza di appartamenti in affitto o in vendita a prezzi ragionevoli e commisurati ai salari percepiti.
A questo scenario preoccupante si aggiunge, negli ultimi anni, un’altra cattiva notizia: l’incapacità della rete idrica di fornire un servizio pubblico essenziale alle abitazioni e ai negozi di alcuni quartieri di questi comuni.
È il caso, ad esempio, di El Fraile, nel comune di Arona.
Si tratta di un quartiere di gente che lavora, la maggior parte nel settore turistico, e molti dei quali immigrati.
Anche se può sembrare incredibile nel XXI secolo, gli abitanti di questa zona hanno denunciato che da alcuni mesi non hanno acqua nelle loro case.
E se arriva, è con una pressione minima e nelle ore notturne o all’alba.
Vanesa, una delle portavoce del quartiere, ha raccontato a Herrera en COPE Tenerife che “è una sofferenza, non possiamo né fare la doccia, né lavare, né cucinare, né tantomeno mettere in funzione la lavatrice”.
Un calvario quotidiano, “che colpisce anche i bar e persino il centro sanitario, senza che si intraveda una soluzione a breve termine”.
Contattato il Comune, l’assessore ai Servizi Pubblici, Clari Pérez, ha spiegato la causa del problema.
Si tratta semplicemente dell’età delle condutture, che risalgono a 50 anni fa.
Condutture – vi dice qualcosa? – che non sono in grado di fornire un servizio dignitoso alla popolazione.
Come le strade. Come la sanità. Come l’edilizia. Le tubature sono danneggiate e rotte e, al momento, a risentirne sono gli abitanti di questo umile quartiere.
L’assessore spiega in dettaglio che per intraprendere i lavori di riparazione “è stato necessario coinvolgere diverse amministrazioni, perché la tubatura passa vicino all’autostrada e ad un barranco” e, quindi, “bisogna attendere la relazione del Consiglio Insulare delle Acque”.
Tuttavia, tenendo conto che i lavori saranno appaltati con procedura d’urgenza, si calcola che il problema potrà essere risolto “in circa due mesi”.
Ma questo non è l’unico caso.
Ci spostiamo nel comune limitrofo di Granadilla, nella zona di Los Abrigos, un luogo ben noto agli abitanti di Tenerife per i suoi ristoranti di pesce e la sua costa.
Anche qui gli abitanti sono disperati.
Sono mesi che hanno lo stesso problema. Qui, quando arriva l’acqua, è “di un colore marrone che fa paura”, come ha raccontato Damiana, una delle portavoce dei residenti, a Herrera en COPE Tenerife.
Il suo racconto è desolante: “L’acqua esce marrone, quando esce, dal water, dalla doccia, in cucina… non si può fare nulla”.
Sono condannati “ad acquistare bottiglie d’acqua al supermercato” e, conclude, “con quest’acqua, io al posto vostro non berrei un caffè nei bar della zona”.
La soluzione, come quasi sempre, tarderà ad arrivare.
Ma la riflessione finale è che i comuni non possono sempre mettere una pezza alla mancanza di investimenti da parte delle istituzioni sovracomunali.
Daniele Dal Maso