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    Distribuzione straordinaria di 4.000 minori: l’ultimo tentativo di alleggerire le risorse delle Isole Canarie

    Una distribuzione specifica e straordinaria di circa 4.000 minori migranti non accompagnati dalle Isole Canarie ad altre comunità entro un periodo di tre mesi e attraverso un decreto legge è l’ultima proposta delle isole per alleviare le loro risorse sature, una formula che il governo sembra ora aperto ad aderire.

    Il presidente delle Canarie, Fernando Clavijo, ha stilato con il ministro della Politica territoriale e della Memoria democratica, Ángel Víctor Torres, un calendario di interventi in questo senso, secondo il quale entro brevissimo tempo entrambi avranno un testo concordato sulla proposta delle Canarie, sulla quale il governo centrale nutre ancora qualche dubbio.

    Si tratta di un’iniziativa annunciata da Clavijo lo scorso dicembre di fronte al fallimento dei negoziati con il PP e Junts per riformare la legge sugli stranieri al fine di creare un meccanismo permanente di riferimento per i bambini e i giovani che arrivano in zone dove le risorse sono già sature, come le Isole Canarie o Ceuta.

    Questa nuova proposta cerca una soluzione rapida per alleviare, almeno per il momento, la situazione delle Isole Canarie – che attualmente hanno circa 6.000 minori sotto tutela – e consentirebbe, in tre mesi, di trasferire circa 4.000 giovani dalle Isole Canarie e circa 400 da Ceuta, con il relativo trasferimento della tutela tra le comunità.

    I criteri per il trasferimento dei minori alle comunità, secondo la proposta delle Canarie, sono cinque: popolazione, numero medio di minori in affidamento per 100.000 abitanti negli ultimi sei mesi, PIL pro capite, tasso di disoccupazione e numero di giovani in affidamento negli ultimi cinque anni.

    Non è emerso quali comunità dovrebbero accogliere il maggior numero di giovani in base a questi parametri, ma una bozza prodotta dal governo durante i negoziati per la riforma della legge sugli stranieri indicava che, in base al solo criterio della popolazione, le regioni di Madrid, Andalusia e Valencia avrebbero dovuto compiere gli sforzi maggiori, mentre la Catalogna, i Paesi Baschi e la Navarra non avrebbero dovuto accogliere più giovani di quanti ne abbiano già.

    Si sono susseguite le prime reazioni al compromesso tra il governo e le Isole Canarie per mettere a punto un testo su questa distribuzione eccezionale.

    Il governo della Regione di Murcia si è detto “molto stufo” degli accordi bilaterali e delle imposizioni in materia e ha assicurato di non avere la capacità di accogliere nuovi trasferimenti.


    La Castiglia-La Mancia si è detta favorevole ad accogliere un maggior numero di minori migranti, ma ha avvertito che avrebbe bisogno di maggiori finanziamenti.

    Il “lehendakari”, Imanol Pradales, che ha sostenuto la proposta delle Canarie fin dall’inizio, ha dichiarato che questo principio di accordo è “una buona notizia”.

    Da quando le Isole Canarie hanno presentato la loro proposta al Governo, i servizi giuridici dell’Esecutivo l’hanno studiata e hanno sollevato alcuni dubbi, come il possibile sconfinamento nelle competenze delle comunità e quale sarebbe la formula legislativa appropriata: un decreto legge, un disegno di legge o un progetto di legge.

    Questo nuovo principio di accordo non significa che la distribuzione sarà immediata.

    Proprio come è successo con l’idea di riformare la legge sugli stranieri, dovrà seguire diverse fasi, come un’analisi giuridica da parte dell’Avvocatura dello Stato e/o del Consiglio di Stato, e una condivisione di idee con le regioni autonome in una Conferenza settoriale sull’infanzia e l’adolescenza che sarà convocata nelle prossime settimane.

    Il testo risultante dovrà nuovamente cercare il sostegno politico per essere approvato dal Congresso dei Deputati.

    Marta Simile

     

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