Parliamo oggi di una sostanza chimica che sta scalando le vette degli articoli scientifici da un po’ di tempo.
Più che di una scoperta parlerei di una riscoperta.
Per lungo tempo è stato utilizzato solo come mezzo di contrasto per studiare le funzioni cellulari ed evidenziarne le parti e le funzioni interne e, nella vita di tutti i giorni, come disinfettante, antimicotico e antibatterico.
E’ stato usato in passato, non senza discussioni in dottrina, come stimolatore dell’attenzione e della concentrazione in soggetti soggetti a stress lavorativo o scolastico, con effetti affini a quelli del caffè ma senza assuefazione o effetti collaterali.
Gli unici effetti collaterali si sono riscontrati in caso di uso smisurato, ma inutile dire che il tetto che definisce “smisurato” in modo inequivoco non può essere definito universalmente, visto che ogni organismo recepisce ogni stimolo in modo “personalizzato”, ma è fondamentale sapere che un uso scriteriato o affidato ai santi hacker del limbo virtuale può trasformare un antiossidante per eccellenza in un potente stimolatore dei processi di ossidazione.
La frontiera del suo utilizzo su larga scala, come è facile intuire, arriva dall’applicazione alle patologie dei non più giovanissimi.
Poiché ho un’alta percentuale di non giovanissimi fra i miei pazienti, vediamo in che modo può essere un amico della mia/vostra vecchiaia.
Un acciacco dell’anima delle persone sopra i 60 anni è spesso la malinconia figlia della noia, la lontananza dei nipotini, il senso di inutilità di giornate vuote di lavoro e piene di continui avvisi di catastrofi sanitarie e non.
Il blu di metilene è, fra l’altro, un inibitore delle reazioni di ossidazione e inibizione degli ormoni della felicità, previene chimicamente i processi depressivi aumentando anche la reattività e l’energia generale.
Come lavora?
Interviene nel funzionamento dei mitocondri, che sono, per farla breve e semplice, le fabbriche di energia interne alle nostre cellule.
Il blu di metilene consente di bypassare alcuni passaggi della produzione di energia ossia di ATP, ottimizzando il processo e velocizzandolo.
Se parlassimo di una fabbrica, la merce che produce salterebbe un paio di fasi di produzione e verrebbe messa nel mercato in condizioni migliori e più in fretta di quanto il processo di produzione potrebbe fare senza l’aiutino blu.
La conseguenza è una maggiore efficienza generale del nostro organismo, in particolare del sistema nervoso centrale perché ha un effetto diretto sull’efficienza del funzionamento dei neuroni.
Va da sé che è oggetto di studio come possibile sostegno nella cura dell’Alzheimer perché il deficit di ossigeno probabilmente responsabile della difettosa o mancata attività delle cellule del cervello, può essere attutito e rallentato migliorando la funzionalità dei mitocondri e quindi, aumentando il tasso metabolico dei neuroni che è strettamente legato al processo di invecchiamento e di declino cognitivo che frequentemente lo accompagna.
Fra gli effetti supportati da studi ormai solidi e se posso dirlo persino eccessivamente ridondanti, l’insieme degli effetti anti aging ovvero la capacità rigenerativa e rivitalizzante del blu di metilene, non è più oggetto di dibattito e quindi il mondo medico, che a discutere non rinuncerà mai, adesso discute sui dosaggi, la durata della terapia, il metodo di assunzione.
L’accordo generale è che, tenendosi fra i 25 e 23 mg al giorno, non ci si esponga al rischio di effetti collaterali nemmeno con uso prolungato, mentre, per dosi maggiori, mirate a controbilanciare specifiche patologie, il supporto medico costante e l’assunzione ciclica alternata con pause di “pulizia“ dell’organismo, è assolutamente necessario, considerando che è molto importante anche come si distribuisce la dose giornaliera perché, a parità di dose, un differente modo di assunzione può portare a differenti reazioni dell’organismo.
Inoltre bisogna considerare che, assumendolo per bocca, nonostante abbia una capacità comprovata di fissarsi prevalentemente nei tessuti malati e l’accumulazione nel fegato è minima grazie alla pronta espulsione tramite le urine, una parte rilevante va perduta, mentre, per via venosa, niente va perduto ma aumenta il rischio di esporsi a effetti indesiderati se la dose o la modalità di assunzione non è esatta.
A Tenerife è ancora un problema ottenerlo, non dico venderlo, ma anche solo ordinarlo e fargli passare la dogana.
E’ tuttavia molto semplice da reperire fuori dall’arcipelago e, la mia sola raccomandazione, è di non comprarne uno qualsiasi e non usarlo in un modo qualsiasi perché, con la chimica, è davvero molto importante non scherzarci mai.
Dott. Alessandro Longobardi