Enti ed associazioni, con 67.000 aziende rappresentate, firmano un manifesto in difesa del Turismo nelle Isole Canarie
Una dozzina di enti e associazioni imprenditoriali, che rappresentano circa 67.000 aziende delle Isole Canarie, hanno firmato il Manifesto in Difesa dell’Industria Turistica, che include una Dichiarazione di Principi congiunta e sottolinea la natura interconnessa del turismo nelle Isole Canarie.
Esso comprende settori diversi come l’ospitalità, i trasporti, il commercio, l’agricoltura, la cultura e altri servizi, generando un effetto moltiplicatore che fornisce alle isole il 35% della loro ricchezza e il 40% di tutta l’occupazione creata nelle Canarie. (Circa il restante 51/52% corrisponde a posti statali).
Il Manifesto, aperto a nuove adesioni e firmato, oltre che da Ashotel, dalla Camera di Commercio di Santa Cruz de Tenerife, CEST, Fauca, Excelsia Canarias, AERO, Foro por el Progreso de Tenerife, Apeca, Aoente, Astracan, Fedetax e diverse aziende sia pubbliche che private, rivendica il turismo e tutti i settori ad esso associati come motore economico dell’arcipelago, riflettendo al contempo l’impegno dei firmatari per un turismo sostenibile, rigenerativo e impegnato nella conservazione del patrimonio naturale e culturale delle isole.
D’altra parte, il documento chiede un dibattito inclusivo e collaborativo che coinvolga tutte le parti interessate, con un’enfasi particolare sul dialogo pubblico-privato, che contempli lo sviluppo di infrastrutture pubbliche in accordo con la crescita demografica senza precedenti sperimentata dalle isole negli ultimi decenni.
Il Manifesto chiede anche l’attuazione di misure per promuovere la mobilità sostenibile e di norme per combattere le pratiche illegali.
Consapevoli che la crescita dell’attività turistica nelle Isole Canarie ha coinciso con un aumento demografico senza precedenti, con carenze nelle infrastrutture chiave, con problemi di accesso agli alloggi e con una crisi delle risorse naturali in un territorio particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, le organizzazioni firmatarie – che rappresentano settori diversi come i trasporti, la ristorazione, il tempo libero, i servizi professionali e il settore alberghiero – condividono molte delle preoccupazioni sollevate dai residenti e dai gruppi locali negli ultimi mesi.
Tuttavia, le organizzazioni si rammaricano che il turismo sia stato semplicisticamente individuato come il principale responsabile di tutti questi problemi.
“Si tratta di una visione riduttiva di una realtà complessa, che coinvolge molteplici fattori e attori”, affermano, insistendo sul fatto che il turismo non è solo un pilastro economico cruciale, ma può essere una parte essenziale della soluzione a molti dei problemi che affliggono la regione.
La dichiarazione ricorda che il turismo è stato e continua a essere il principale strumento di crescita delle isole, consentendo alle Canarie di trasformarsi in pochi decenni da una regione segnata dall’emigrazione.
Per questo motivo, le associazioni firmatarie sostengono che lo sviluppo responsabile e sostenibile di questo settore è fondamentale per poter continuare a generare le risorse necessarie per investire nella diversificazione economica e in soluzioni sostenibili.
“Il futuro è nel turismo razionale, sostenibile e rigenerativo, in cui l’impatto ambientale e il consumo limitato di risorse sono le pietre miliari della strada da percorrere nei prossimi anni”, affermano nel documento le organizzazioni firmatarie, che stanno già attuando misure concrete che integrano la sostenibilità nelle loro operazioni, rafforzando così l’impegno dei rispettivi settori per uno sviluppo equilibrato delle isole.
Dal punto di vista dell’occupazione, i firmatari ricordano che il turismo genera direttamente il 40% dei posti di lavoro nella regione e offre opportunità per un’ampia gamma di profili professionali, il che è particolarmente importante in una regione con tassi di disoccupazione storicamente elevati.
Inoltre, ribadiscono che il turismo contribuisce con oltre 20.000 milioni di euro all’anno (con stime per il 2024 che si avvicinano già a 22.000 milioni), una cifra che supera di gran lunga il contributo di qualsiasi altro settore, e sostengono che il suo effetto moltiplicatore va a beneficio di attività come i trasporti, la cultura, la logistica e l’agricoltura, consolidandosi come un motore insostituibile per l’economia isolana che sostiene, direttamente e indirettamente, migliaia di famiglie canarie.
(Vedi i vari “paros”, “ayuda”…)
I firmatari sottolineano inoltre che il turismo contribuisce con oltre 3.441 milioni di euro all’anno in tasse, fondi abbondanti che possono essere utilizzati per la conservazione delle aree naturali, la diversificazione economica e il miglioramento delle infrastrutture pubbliche essenziali, come la sanità, l’istruzione, le strade e le attrezzature.
Lungi dall’opporsi al dibattito sul modello turistico, con questo Manifesto i settori associati all’industria turistica intendono sollecitare un dialogo aperto e costruttivo sul turismo, che riconosca la complessità delle sfide attuali, basandosi su dati ed evidenze rigorose e difendendo un’industria che è stata e continua a essere la principale fonte di ricchezza, lavoro e benessere nelle isole.
Bina Bianchini