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    Il tubo vulcanico più lungo d’Europa e le sue grotte di lava

    Foto di Francesco Collina

    La natura ha progettato grotte spettacolari.

    A volte lo fa nel corso di milioni di anni, consumando la roccia goccia a goccia con un minimo d’acqua.

    Altre volte, invece, non sembra avere tanto tempo a disposizione e lascia che un torrente di lava incandescente sotto pressione faccia il lavoro in un istante.

    Così è nata questa incredibile grotta da record mondiale.

    La Cueva del Viento, situata nella località di Icod de los Vinos, dista 57 chilometri dalla città di Santa Cruz de Tenerife.

    Si tratta di un tubo vulcanico lungo 18 chilometri, il più lungo d’Europa e il quinto più grande del mondo.

    Ha una biodiversità unica che l’ha portata a essere dichiarata Riserva Naturale Speciale.

    La Cueva del Viento è così chiamata per le correnti d’aria che si formano al suo interno.

    La Cueva del Viento ha una storia antica legata agli abitanti originari dell’isola di Gran Canaria.


    I Guanci la usavano come luogo di sepoltura 2000 anni fa.

    I primi riferimenti scritti risalgono al 1776, anno in cui i fratelli Bethencourt de Castro e Alfonso Molina la citano nella loro descrizione della grotta di San Marcos.

    Foto di Francesco Collina

    La prima esplorazione e topografia della grotta è stata effettuata dalla sezione speleologica di La Guancha del Gruppo Alpinistico di Tenerife nel 1969.

    Nel 1974, gli speleologi dello Shepton Mallet Caving Club scoprirono una cavità lunga quattro chilometri che collega il terzo piano con il piano inferiore.

    Oggi è conosciuto come il “Pozzo dell’Inglese”, in onore degli esploratori.

    Nel 1989, il Gruppo Speleologico Tenerife Benisahare scoprì il collegamento tra la Cueva del Viento e la Cueva del Sobrado. Fu allora che la lunghezza conosciuta della grotta fu estesa a 14 chilometri.

    Nel 1994, il Museo di Scienze Naturali, un centro integrato nell’Ente Autonomo dei Musei e dei Centri del Consiglio dell’Isola di Tenerife, iniziò a lavorare per preparare la grotta in modo che il pubblico potesse visitarla.

    Durante lo sgombero di uno degli ingressi, è stata scoperta una voragine profonda 17 metri, con una cascata di lava, che si collega a un altro piano del tubo vulcanico, lungo 2,35 chilometri.

    Questa scoperta rivelerebbe i 18 chilometri di cavità vulcanica esplorati finora, rendendola la più grande d’Europa.

    La Cueva del Viento è una cavità vulcanica formata dalla lava basaltica della prima fase eruttiva del vulcano Pico Viejo, situato accanto al Teide, 27 000 anni fa.

    È unica nella sua geomorfologia, in quanto si tratta di una rete di tunnel con varie diramazioni su tre livelli sovrapposti. Questo fenomeno non è replicato in nessun’altra parte del mondo.

    Alcune delle ramificazioni della grotta sono ancora inesplorate, quindi non è escluso che nei prossimi anni ci saranno nuove scoperte topografiche.

    Le cavità formate dalla colata vulcanica presentano uno spettacolare paesaggio di stalattiti di lava, cascate di lava, terrazze laterali e laghi di lava, oltre ad altre concrezioni esogene di diversa composizione.

    Oltre che per la sua spettacolare formazione geologica, la Cueva del Viento è nota per la sua straordinaria fauna sotterranea.

    Ancora oggi è un’area di ricerca instancabile per gli esperti. Finora sono state scoperte 190 specie, tutte adattate a vivere nell’oscurità assoluta, la maggior parte delle quali sono animali invertebrati.

    Tra le nuove scoperte biologiche ci sono 15 specie precedentemente sconosciute, come lo scarafaggio senza occhi Loboptera subterraneanis o i carabidi Wolltinerfia martini e Wolltinerfia tenerifae.

    Foto di Francesco Collina

    La grotta ospita anche una collezione di fossili di animali vertebrati estinti, unici nell’isola di Tenerife.

    Ad esempio, il ratto gigante e la lucertola gigante.

    Ci sono anche altri resti scheletrici di specie già scomparse, come la cornacchia e l’otarda houbara.

    La Cueva del Viento ha una sezione di 300 metri adattata al pubblico.

    Il visitatore può apprendere dagli esperti gli aspetti più importanti della formazione vulcanica e della sua fauna.

    L’intero percorso dura circa due ore.

    È obbligatorio indossare calzature e abbigliamento adatti al percorso.

    Il percorso inizia presso il Centro Visitatori, un locale del municipio di Icod de los Vinos, dove pannelli introduttivi serviranno come riferimento per la visita successiva.

    Dopo le spiegazioni iniziali, i visitatori percorreranno un tratto di circa un chilometro.

    Proseguiranno poi a piedi lungo un’antica strada reale che condurrà all’ingresso della grotta.

    Durante la passeggiata, i visitatori potranno osservare i primi segni di colate laviche solidificate, che emergono tra i pini che circondano il sentiero.

    Per proteggere le specie che si sono adattate all’oscurità, la grotta non è illuminata artificialmente, quindi la visita deve essere effettuata con caschi dotati di torcia.

    All’interno, i visitatori possono contemplare le formazioni generate dalla lava che avanza e apprezzare i cambiamenti di consistenza e colore delle diverse formazioni.

    Dopo aver visitato la Cueva del Viento, Icod de los Vinos non è da meno.

    Per cominciare, ospita il Drago Milenario, un albero di 800 anni considerato una delle icone più importanti dell’isola di Tenerife.

    Questa piccola città ha strade e vicoli acciottolati, colorati dalle tipiche case bianche della regione, e ha molti luoghi da visitare.

    Tra questi, la cappella di Los Dolores, la chiesa di San Agustín e l’ex convento di San Francisco.

    Icod de los Vinos ha anche una bellissima spiaggia di sabbia nera vulcanica, Playa de San Marcos.

    Essendo a forma di conchiglia, è protetta dalle onde dell’Oceano Atlantico, il che la rende una delle spiagge più tranquille della costa nord dell’isola.

    Icod de los Vinos offre molte opportunità di turismo attivo grazie alla sua posizione tra il Parco Naturale Rural de Teno e il Parco Nazionale del Teide.

    Icod de los Vinos e le località circostanti sono note anche per la loro fertile terra adatta alla vite, che ha dato origine a diverse cantine a denominazione d’origine.

    Ad esempio, Valle de la Orotava, Tacoronte-Acentejo e Ycoden-Daute-Isora.

    Bina Bianchini

     

     

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