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    Reddito Minimo Vitale alle Canarie

    L’AIREF (Autorità indipendente per la responsabilità fiscale) quantifica in 284.000 il numero di famiglie che beneficiano degli aiuti in Spagna.

    Le Isole Canarie sono la regione con il più alto tasso di povertà e la copertura degli aiuti non raggiunge il 10%.

    La candidata di Coalición Canaria per Santa Cruz de Tenerife al Congresso dei Deputati spagnolo, Cristina Valido, incolpa la cattiva gestione del Governo socialista per “il fiasco” del Reddito Minimo Vitale in Spagna, e soprattutto, purtroppo, nelle Isole Canarie, in quanto è la Comunità con il più alto tasso di povertà e in cui la copertura non ha raggiunto, neanche lontanamente, la sufficienza”, come denunciato l’anno scorso dall’Associazione dei Direttori e dei Dirigenti dei Servizi Sociali.

    A peggiorare ulteriormente la situazione, “abbiamo recentemente appreso del rapporto dell’Associazione Indipendente per la Responsabilità Fiscale (AIReF) che quantifica il numero di famiglie che beneficiano del reddito in 284.000, solo il 35% delle 800.000 che potrebbero riceverlo, e che le successive revisioni stanno costringendo i beneficiari a restituire somme fino a 2.500 euro, “persone che, ricordiamolo, vivono in una situazione di estrema necessità”.

    La disastrosa gestione del governo spagnolo non è stata in grado di affrontare i numerosi problemi sorti dalla sua creazione, nel 2020, “come abbiamo avvertito in numerose occasioni da Coalición Canaria sia nel Parlamento delle Canarie che nel Congresso dei Deputati e nel Senato”.

    Ma nonostante ciò, il ministro Escrivá ha assicurato alla nostra deputata Ana Oramas che le azioni del Ministero sono state un successo e che non è necessario prendere alcuna misura, “ma gli ha ricordato che non si può barare da soli, e giocare con i numeri, a volte di case e altre volte di persone, per cercare di fare un buon titolo”.

    La situazione deriva, come le aveva spiegato Oramas all’epoca, dalla frettolosa stesura della norma giuridica e dalla definizione di requisiti che hanno portato all’esclusione di una percentuale significativa di persone.

    Le successive correzioni hanno ulteriormente complicato questa assurdità, con alcune persone che hanno presentato la domanda fino a 12 volte.


    In questo senso, e come sottolinea Valido, “coloro che stiamo cercando di aiutare non sono persone che hanno accesso alle risorse legali o alle conoscenze tecnologiche per perseverare nella difesa dei loro diritti”.

    Oggi constatiamo, “con la triste realtà” che molte persone che hanno diritto all’aiuto non lo richiedono, l’Amministrazione ha difficoltà a individuare chi ne ha veramente bisogno, “perché non ha un sistema adeguato alla realtà che sta cercando di migliorare”, c’è una sovrapposizione con altri aiuti delle Comunità autonome, a tutto questo si aggiunge il caos che ha caratterizzato il funzionamento della Previdenza sociale dall’inizio della pandemia, con uffici chiusi e personale scarso, che non è mai stato riconosciuto dalla sua direzione nonostante impieghi più di 120 giorni per risolvere un caso”, ha aggiunto.

    Nelle Isole Canarie, come in altri territori, “l’attenzione faccia a faccia è fondamentale per garantire il servizio e la consulenza.

    La procedura di richiesta non può essere affidata a competenze digitali, quando proprio queste persone, a causa delle loro condizioni, ne sono prive, creando un digital divide che per molti è insormontabile”, ha denunciato Valido.

    Questa situazione denunciata dall’AIRef “ci sembra molto grave e, d’altra parte, molto facile da risolvere se ci fosse stata una volontà politica da parte dello Stato, e se ci fosse stata una volontà politica da parte del Governo delle Canarie e del suo responsabile dei Diritti Sociali”, ha detto, per poi proseguire rammaricandosi “che si siano create false aspettative per le oltre 600.000 persone delle Isole che avrebbero potuto beneficiare di questo aiuto, che ne ha raggiunte solo 50.000”.

    Bina Bianchini

     

     

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