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    Nuova politica in vista a Tenerife: patti e strategie

    Chi di spada ferisce di spada perisce verrebbe da dire a commento di queste elezioni.

    Angel Victor Torres vince le elezioni, ma non governerà.

    Esattamente come accadde a Coalicion Canaria nelle anteriori elezioni del governo regionale di Canaria.

    Nel 2019 un PSOE non vincente con Torres, patta la formazione del governo con i partiti minoritari governando Canaria fino a ieri.

    Di fatto lo è anche oggi, governatore di Canaria, perché formalmente il partito che ha ottenuto la maggioranza dei voti è il PSOE di Torres.

    Ma la matematica, componente fondamentale della gestione politica, non aiuta: i numeri non danno la somma necessaria per ottenere quella maggioranza sufficiente a governare.

    Mancano i seggi, per avere il governo di Canaria ne occorrono 36, il PSOE ne ottiene 23, i soci del PSOE, in questa elezione, sono scomparsi.

    Nuova Canaria non ottiene neanche il seggio per il leader del partito Roman Rodriguez e Podemos semplicemente sparisce.


    Il PSOE non ha i numeri.

    Li ha invece Coalicion Canaria con il Partito Popolare e si avviano a pattare in questi giorni una alleanza per governare le Canarie per i prossimi 4 anni.

    Stesso discorso al Cabildo di Tenerife.

    Alla provincia, l’ottima candidatura del popolare Lope è stata trainante per l’aumento considerevole di voti nel parlamento portando a 8 i seggi del PP.

    Coalicion canaria ne ottiene 10 e un solo seggio di differenza dalla maggioranza al PSOE.

    Si governa con la maggioranza richiesta di 16 seggi.

    CC e PP sommano 18, il PSOE si ferma a 11, anche qui non ha soci con cui sommare.

    Una carismatica Anna Oramas e un solido Linares e un esperto Clavijo presentano Coalicion Canaria come garanzia istituzionale di Tenerife.

    È evidente come lo scandalo “Tito Berni” e le ultimissime opache vicende di concessioni e voti comprati non hanno leso, in termini di voti, il partito PSOE che formalmente vince.

    Il dato è che probabilmente ha influito nel voto locale un giudizio sulla politica nazionale.

    La scomparsa di Podemos e l’entrata in tutti i comuni, quasi, e nelle istituzioni, di almeno un deputato o consigliere di VOX (al governo regionale entrano 4 deputati)  è sintomo che si vuole la destra protagonista del dibattito politico nazionale e anche locale.

    Tenerife non vuole privarsi del discorso di VOX e nonostante la solidità dei partiti nazionali rimane comunque “feudo”di Coalicion Canaria.

    La mappa dei comuni si colora, comunque, di rosso.

    Nei comuni, in maniera inequivocabile anche se in molti non potrà governare con maggioranza assoluta, il PSOE vince ma è costretto a pattare.

    Una condizione evidente di insufficienza politica numerica che è alla base sicuramente della decisione di sciogliere il governo nazionale che non ha più la sinistra come partner.

    La sinistra di Podemos a Tenerife è stata penalizzata fortissimamente quando a Madrid hanno deciso di estromettere Alberto “el Guanche”.

    Probabilmente l’unico leader della sinistra capace di creare intorno alla sua figura consenso politico di sinistra, appunto.

    Sarebbe stato il leader naturale di Podemos e probabilmente il partito non sarebbe scomparso orfano di protagonisti e argomenti.

    “el Guanche ha tentato la presentazione politica con un partito a carattere limitato, pochi i fondi economici a disposizione e poche le risorse per resistere alla campagna elettorale.

    “Drago verde” la sua formazione politica non ottiene visibilità, consenso e numeri.

    Peccato per una personalità politica che non lasciava indifferenti.

    L’annuncio del presidente Sanchez di convocare le elezioni anticipate preme e apre la strada ad accordi politici tra Coalicion Canaria e Partito Popolare, laddove è necessaria la maggioranza si patterà con Vox.

    Il PSOE è in crisi non è prudente pattare con un partito che probabilmente cambierà anche il suo segretario.

    L’isola di Tenerife è abituata a sopravvivere politicamente da sola ma il risultato delle urne e la matematica indicano un percorso orientato a centro destra.

    Una considerazione che i partiti nazionali dovranno tenere in considerazione.

    Nei comuni per quanto fosse scontata la vittoria Di Marco “Senise” Gonzalez del PSOE, un anno intero di campagna elettorale del Partito Popolare faceva magari credere in un risultato vicino ad un “empate tecnico” ma la differenza è stata importante.

    Ci sono di contro località come Los Realejos dove praticamente il numero dei seggi è invariato da anni: 15 al PP, 5 al PSOE e 1 a CCA.

    Il comune di La Orotava è ormai consolidato con Coalicion canaria che governerà altri 4 anni in maggioranza assoluta.

    Novità negli anni è la perdita di seggi del PSOE, ogni 4 anni ne perde uno e Coalicion aumenta.

    È evidente che in questi tre comuni dove i partiti vincenti sono diversi e opposti non si riesce a sviluppare una opposizione in grado di rappresentare quello che è l’andamento generale.

    Al Puerto vince il PSOE?

    Nei paesi limitrofi il PSOE non solo perde ma perde seggi, a La Orotava vince Coalicion Canaria?

    Nei paesi limitrofi neanche appare se non solo con un consigliere di minoranza.

    A Los Realejos vince il PP?

    A La Orotava questo partito quasi neanche esiste.

    E al Puerto non riesce a vincere.

    L’unico che c’era riuscito era Lope che adesso starà nel governo provinciale.

    A Santa Cruz, si era ricandidata Patricia Hernandez, ricandidata perché un voto di sfiducia l’aveva rimossa.

    Vince le elezioni però non governerà; Coalicion Canaria e PP sommano la maggioranza sufficiente per governare la capitale. 

    Caso unico la Laguna, il governo del vincente PSOE dipenderà dalla formazione di Drago verde.

    I 10 seggi conquistati non danno la tranquillità di governare sommando con alleati.

    PSOE 10, Unidas 2 e Drago 2 sommati i tre supererebbero la coalizione di CC e PP, rispettivamente 8 e 3 ma se a questi si somma VOX (2) e si leva dal patto Drago, la maggioranza di la Laguna cambia colore e direzione politica.

    Pattare e coalizione di governo sono le parole d’ordine del post elezione.

    Giovanna Lenti

     

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