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    Il bucio: la conchiglia utilizzata dagli antichi canari per comunicare

    Gli aborigeni delle Canarie usavano queste conchiglie (bocinas, bucios o busios) per comunicare grazie al suono che generano quando vi soffiano dentro.

    Foto Cristiano Collina

    Il bucio o busio è un mollusco gasteropode che vive su fondali rocciosi e sabbiosi tra 0 e 700 metri di profondità.

    Si nutre di echinodermi e altri invertebrati ed è una delle poche specie in grado di mangiare il riccio di mare Diadema africanum.
    Ha un colore bruno-giallastro o ocra, con macchie bianche e marroni.
    Ha un’ampia apertura ovale. Il corpo dell’animale è di colore rosso-arancio.
    Può raggiungere i 32 cm di lunghezza.
    Esistono due specie: Charonia lampas e Charonia variegata, minacciate a causa della loro eccessiva estrazione per usi tradizionali e ornamentali.
    Attualmente la loro cattura è totalmente vietata.
    Il buccino come strumento musicale
    La sua conchiglia è utilizzata come strumento a fiato popolare.
    Si tratta di un aerofono (strumento musicale che suona grazie alla vibrazione prodotta da una colonna d’aria), un corno naturale tubolare a pressione labiale.
    Si soffia attraverso l’estremità opposta alla sua apertura, precedentemente tagliata.
    Gli usi più comuni degli antichi canarini erano quelli di fare segnali di festa o di trasmettere messaggi: per avvisare di un attacco di pirati, di un funerale o come sveglia.

    In seguito, divennero indispensabili per gli abitanti delle isole: avvisi di incendio, ora di iniziare la giornata, ecc.

    Le possibilità di suono sono infinite e formano un codice che è necessario conoscere per interpretarne il suono.
    Il suo uso fa parte del folklore tradizionale canario.
    Michele Zanin

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