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    La TopTen dei poliziotti italiani

    Sono tutti personaggi di gialli, con la sola eccezione dell’eroe Giuseppe Dosi.

    Ma la cosa più importante è il mio affetto per loro; per me sono come parenti: mio padre è il commissario Maigret e mio zio è Catarella.

    Da tutti ho imparato qualche cosa, ed è per questo che ho cominciato a firmare le mie rubriche come Commissario Steneri.

    Nero Wolfe

    Una conferenziera del giallo mi ha domandato: se tu fossi ammazzato chi vorresti investigasse sulla tua morte?

    Ho risposto Nero Wolfe; mi considero IL suo diletto alunno.

    “Io mi ritengo più intelligente di molti altri perché lo sono, ma non ho mai commesso la stupidaggine di credere gli altri tutti cretini.

    Non mi sbaglio e quando mi sbaglio, lo so io prima degli altri”. 


    Soltanto un genio come Nero Wolfe, capace di fare autocritica, può dirlo.

    Nelle fiction Rai NW è stato interpretato da Tino Buazzelli e da Francesco Pannofino.

    È un abile coltivatore di orchidee, un buongustaio e amante della birra, un uomo raffinato e colto, che sa dire in latino: “cui prodest”, cioè “il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova”.

    NW non lavora per spirito di giustizia, ma per lucro, come è evidente dai suoi esorbitanti onorari.

    Philo Vance

    Philo Vance è un uomo elegante e gentile, un bon vivant come Nero Wolfe.

    Questo detective dilettante e psicologo è stato interpretato da Giorgio Albertazzi.

    Come uno scienziato, non si lascia tradire dalle apparenze, individua le tracce false che potrebbero essere state lasciate sulla scena del crimine per confondere gli investigatori.

    Queste possono infatti nascondere qualche elemento fondamentale, e peggio possono fare incastrare un innocente. Vance ha definito i quattro elementi del crimine: le tracce, il movente, le circostanze, lo strumento per eseguirlo. Questo bracco crede nella “Psicologia del delitto”, cioè è capace di guardare in faccia i delinquenti e capire il loro eventuale comportamento.

    Giuseppe Dosi

    Il fiore all’occhiello della Polizia Italiana, è stato investigatore, agente segreto, Questore, Regio Console, autore e attore di cinema e teatro, e scrittore di gialli.

    La sua poliedrica vita è stata sangue, sudore e lacrime.

    Ha fatto una strabiliante carriera che lo ha portato dal manicomio a diventare capo dell’Interpol Italiana.

    Il suo superiore considerava Dosi un bravo poliziotto, che però non sarebbe mai stato funzionale al regime fascista. L’uomo, che il regime aveva cercato di distruggere, in un’Italia democratica ha potuto finalmente occupare il posto che meritava e mettere le sue abilità al servizio della società.

    De Vincenzi

    È un commissario accigliato, comunque gentile, ironico ed è uno psicologo in gamba come Philo Vance.

    Lui sa che “la verità può scattare soltanto dagli elementi psicologici del delitto”.

    È un funzionario integerrimo come Giuseppe Dosi.

    Creato dallo scrittore Augusto De Angelis, negli sceneggiati Rai è stato interpretato da Paolo Stoppa.

    È un uomo colto e accurato, è capace di individuare la personalità del mittente anonimo di una lettera ricevuta al commissariato.

    È così coraggioso che ha avuto degli amici ebrei ai tempi del fascismo.

    Maigret

    Agli antipodi di Philo Vance c’è Maigret…

    Nonostante Maigret sia il capo della Squadra della Polizia Giudiziaria di Parigi, qualcuno l’ha definito l’antidetective.

    Perché?

    Il suo autore Georges Simenon ci propone un giallo sociale basato su personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, mettendo l’accento sull’anima dei fuorilegge.

    Quindi è diverso dal giallo della corrente anglosassone con i suoi delitti perfetti e investigatori infallibili, dove il tutto accade in scenari mondani e lussuosi.

    Diversi attori hanno interpretato Maigret ma, per me, lui è soltanto Gino Cervi. 

    Anche Simenon ha detto che era veramente il “suo”commissario.

    Non è possibile immaginare Maigret senza la premurosa sig.ra Maigret interpretata da Andreina Pagnani.

    Lei sostiene suo marito aspettandolo con la cena pronta anche quando torna all’alba, lui la ricambia con dolci parole e quando può condividendo le vicende delle sue inchieste.

    Sheridan

    Il Tenente Ezechiele “Ezzy” Sheridan della Squadra Omicidi, interpretato da Ubaldo Lay, è un coraggioso poliziotto che sa essere duro per far rispettare la legge.

    Ha la reputazione di essere efficiente: ha risolto casi in soltanto 48 ore come nel film “Chiamate 22-22”.

    Per la sua umanità somiglia a Maigret, entrambi si prendono cura del prossimo.

    Inoltre, accade qualcosa di meraviglioso poiché questo Sheridan latino lavora… negli Stati Uniti!

    Ezzy riesce a galleggiare sulle due tendenze del giallo, l’anglosassone e il giallo sociale.

    Possiamo dire che si tratta di uno “spaghetti thriller”, non è la sceneggiatura tratta da un romanzo giallo, ma un originale televisivo scritto per la Rai!

    Laura Storm

    Lauretta Masiero, nei panni di Laura Storm, è una cronista mondana, stufa di scrivere le solite stupidaggini, al punto da rischiare il suo impiego contraddicendo il suo capo-fidanzato, chiamato da lei “il gorillone”, per scrivere di cronaca nera. 

    A colpi di judo, si mette nei guai per cercare lo scoop più sensazionale dell’anno.

    Anche Le avventure di Laura Storm non sono la sceneggiatura tratta da un romanzo, ma un originale televisivo scritto per la Rai, un altro caso di Made in Italy.

    Questo giallo-rosa è un meccanismo a orologeria pieno di divertenti battute e coincidenze.

    Francesco Bertolazzi Investigatore

    Detto F.B.I. e interpretato da Ugo Tognazzi, è un bravo detective: il suo biglietto da visita dice Riservatezza, Discrezione, Tempestività.

    Le sue inchieste non sono dei casi clamorosi… però perché i casi devono essere clamorosi? 

    Francesco è il primo detective che conosco a ricevere aiuto dalla famiglia nelle sue indagini.

    Dalla moglie Ines, dal figlio Daniele, dalla figlia Claretta e dal suocero.

    È un piacere vedere la famiglia Bertolazzi insieme a cena mentre commenta le inchieste senza il maledetto cellulare, fortunatamente nell’anno 1970 non esisteva.

    Chiarimento: io uso il cellulare, Instagram, Fb…

    Agatino Catarella

    Dopo Montalbano, l’altro cervello pensante nel commissariato è Catarella, interpretato da Angelo Russo.

    In un episodio lui sa recuperare la voce sconosciuta di un morto, come?

    Era conservata in un cellulare!

    Si rivela anche un poliziotto scientifico: in un altro episodio vede in una casa perquisita due pecore ma, considerata la grande quantità di escrementi, deduce che era passato un gregge.

    Solo allora il commissario intuisce che il criminale forse è un pastore.

    Con Catarella ho comprovato quello che ho sempre saputo: la laurea non fa l’intelligenza.

    Vi ho già raccontato di quando nel mio sequestro-lampo in Brasile sono andato in macchina con un’autista: sociologa e professoressa della polizia!

    Blavier

    Il commissario Blavier, interpretato da Carlo Giuffrè, è il protagonista dello sceneggiato Rai Giallo di sera.

    Ha il suo particolare metodo di inchiesta.

    Volete conoscerlo?

    Il metodo è basato sull’uso della tecnologia: alcuni casi sono risolti usando microfoni nascosti in un bracciale, sorvegliando i telefoni dei sospettati, registrando le conversazioni.

    Un detective in gamba deve ricordare che la realtà non si vede, si scansiona con accuratezza, come faceva Terminator. 

    Blavier parlando con due poliziotte di fresca nomina ha detto: “Questi pensieri fanno parte del Manuale del Poliziotto Perfetto”. 

    Io aggiungo che sono vere e proprie istruzioni operative per i poliziotti.

    La confessione del Commissario Steneri: è colpa di Blavier se sto scrivendo questo manuale che uscirà l’anno prossimo in edicola e in versione e-book.

    Commissario Steneri

    Potete anche leggermi su: wattpad.com/commissario7

     

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