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    Le Isole Canarie hanno bisogno di oltre 3.100 nuovi infermieri

    Le Isole Canarie hanno bisogno di oltre 3.100 nuovi infermieri per avvicinarsi alla media europea

    La Comunità Autonoma delle Isole Canarie ha bisogno di incorporare 3.153 nuovi professionisti del settore infermieristico se vuole eguagliare il numero medio di infermieri nei sistemi sanitari dell’Unione Europea.

    Ciò si riflette in un nuovo rapporto del Consiglio generale degli infermieri (CGE) sulla carenza di infermieri nel nostro Paese, che sottolinea il rischio che ciò comporta per l’assistenza sociale e sanitaria della popolazione.

    Secondo questo studio, nei 28 Paesi dell’Unione Europea il numero medio di infermieri per 100.000 abitanti è di 827.

    Nelle Isole Canarie il dato è di appena 687, il 17% in meno.

    Per provincia, il rapporto di professionisti infermieri per 100.000 abitanti a Las Palmas è di 713, mentre a Santa Cruz de Tenerife è di appena 660, in entrambi i casi molto al di sotto della media europea.

    In cifre assolute, gli infermieri sono attualmente 15.473 in tutte le Isole Canarie, 8.220 nella provincia di Las Palmas (53,1%) e 7.253 a Santa Cruz de Tenerife (46,8%).

    Per raggiungere la cifra europea di 827 professionisti ogni 100.000 abitanti, sarebbero necessari 1.314 nuovi professionisti a Las Palmas e 1.835 a Santa Cruz de Tenerife.


    La media spagnola è ancora più bassa di quella delle Isole Canarie, con 625 professionisti infermieri ogni 100.000 abitanti, una cifra che indica, secondo il Consiglio generale degli infermieri, la necessità imperativa di incorporare infermieri praticamente in tutte le comunità autonome.

    Solo la Navarra, con un rapporto di 927 infermieri per 100.000 abitanti e l’unica comunità autonoma al di sopra della media europea, sfugge a questo cattivo equilibrio.

    In totale, la Spagna, con 296.244 professionisti attivi, dovrebbe incorporare più di 95.000 nuovi infermieri.

    Questo nuovo studio della CGE conferma le conclusioni del Rapporto sulla situazione dell’assistenza infermieristica nelle Isole Canarie, reso pubblico lo scorso maggio dalle due associazioni infermieristiche provinciali della nostra comunità.

    In uno scenario di invecchiamento della popolazione, cronicizzazione delle malattie e aumento della dipendenza, in cui l’assistenza sanitaria professionale è sempre più necessaria, è essenziale aumentare il numero di infermieri.

    Nella società dell’assistenza, il nuovo paradigma sanitario del XXI secolo, un rapporto più elevato di infermieri si tradurrebbe in migliori indicatori di assistenza e migliori risultati di salute.

    È inoltre essenziale occuparsi di più e meglio degli infermieri che lavorano attualmente.

    L’insicurezza del lavoro, il sovraccarico di lavoro e l’esaurimento dovuto alla pressione dell’assistenza dopo gli ultimi due anni di pandemia hanno aumentato i livelli di insoddisfazione dei professionisti.

    Il Collegio Ufficiale degli Infermieri di Las Palmas esorta il Governo delle Isole Canarie e il Servizio Sanitario delle Isole Canarie ad attuare misure per migliorare la situazione degli infermieri nella nostra comunità.

    Questi includono una maggiore stabilità lavorativa, il riconoscimento della categoria professionale A1 corrispondente alla loro formazione universitaria, maggiori opportunità per il loro sviluppo professionale, un maggior numero di infermieri in posizioni di leadership e una maggiore partecipazione e impatto della visione infermieristica nel processo decisionale del sistema sanitario pubblico.

    Per dare visibilità a queste richieste, la CGE ha lanciato una campagna di comunicazione per sensibilizzare la popolazione in generale e le autorità pubbliche in particolare sui rischi legati alla mancanza di personale infermieristico sufficiente.

    E’ in onda sui media nazionali lo spot intitolato “Infermieri essenziali”, che riflette quattro delle tante situazioni in cui l’intervento infermieristico è essenziale: l’istruzione, attraverso la figura dell’infermiere scolastico; l’assistenza primaria; le emergenze e le unità di cure critiche.

    Bina Bianchini

     

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