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    Preoccupiamoci, ma non del vaiolo delle scimmie

    Di sicuro dobbiamo prendere atto del fatto che peste, colera, tubercolosi, sifilide, stiano tornando alla ribalta seppure nel silenzio un poco complice dei mezzi di informazione.

    Nei canali dedicati ai soli medici se ne parla eccome, non senza preoccupazione.

    Non desidero entrare nel dibattito inerente la distribuzione delle responsabilità: chi è più cattivo?

    Gli africani non vaccinati che riversandosi a migliaia in Europa hanno fisicamente portato indietro patologie scomparse o le politiche di sviluppo di un occidente scellerato che ha prodotto e stimola quei flussi?

    I medici grazie a Dio fanno un altro lavoro, entrano sul problema concreto e cercano, se possibile, di risolverlo in modo concreto.

    Pertanto, fuori dal bla bla bla di politici e opinionisti, cosa sta succedendo e come ci dobbiamo regolare?

    Il vaiolo delle scimmie è sempre esistito.

    Nel 2000 vi fu un momento in cui molti casi contemporaneamente si verificarono negli USA, apparve, passò, finì.


    E’ una forma virale più lieve del vaiolo degli esseri umani che conoscemmo nel diciannovesimo e ventesimo secolo. 

    I portatori possono essere sia animali importati e venduti in Europa, sia esseri umani, portatori sani.

    Il vaccino per il vaiolo che la stragrande maggioranza di noi ha fatto da bambino offre una importante protezione.

    Lo rende una malattia fastidiosa ma affrontabile senza rischi importanti.

    Il contagio, avviene attraverso i liquidi corporei, pertanto, non è il caso di temere nuove limitazioni esasperate, basta vivere con un poco di attenzione.

    Il sintomo più evidente ma non il più sgradevole sono le tipiche lesioni cutanee, le “bolle” come diremmo in parole povere, che lasciano delle piccole cicatrici coniche.

    La febbre alta e la possibilità che intervengano successive infezioni batteriche cutanee o polmonari è un elemento che richiede invece grande attenzione durante il decorso della malattia.

    Sicura con specifici farmaci antivirali reperibili con facilità in commercio.

    Pertanto, non permettiamo a questo stato di allarme cronico, che è un pericoloso attacco alla salute della nostra vita spirituale, e per seconda intenzione, della nostra persona in generale, di appropriarsi di qualsiasi cosa succeda intorno a noi.

    E’ una patologia “normale”, conosciuta, non mortale.

    Andiamo avanti con serenità.

    Dr. Alessandro Longobardi

     

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