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    Nuove plastiche che invadono le nostre coste

    Una nuova generazione di composti plastici, il cui vero impatto è ancora sconosciuto e di cui la società non è ancora pienamente consapevole, sta invadendo le nostre coste.

    Negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescente presenza di lunghe file di piccole particelle di plastica che corrono lungo le nostre spiagge da un capo all’altro e che corrispondono a microplastiche arrivate con le ultime maree.

    In alcuni punti li vediamo anche al di sopra della linea di alta marea, dove sono ancora facilmente riconoscibili.

    Ma le microplastiche non si trovano solo nell’ambiente marino, le possiamo trovare anche sul suolo e persino nell’aria che respiriamo, anche se in quest’ultimo caso non siamo in grado di vederle ad occhio nudo.

    Nonostante sia più comune trovare queste particelle in modo isolato, negli ultimi anni abbiamo iniziato ad osservare la presenza di nuove formazioni plastiche, i cui effetti non sono ancora stati studiati.

    Si tratta di materiali compositi, formati da materie plastiche, in molti casi microplastiche, da soli o combinati con altri materiali.

    Probabilmente molti di noi li hanno già visti senza rendersene conto.

    I plastificati sono in realtà una miscela di diversi materiali, tra cui pezzi di legno, sabbia, materia organica e persino plastica bruciata/fusa.


    Molte di queste formazioni finiscono generalmente sepolte, anche se cominciamo a vederle sempre più spesso sulle coste delle Canarie, in particolare sugli scogli, con una nuova componente che funge da legante: la patina galleggiante di cui abbiamo tanto discusso e che, nonostante i divieti, continua a raggiungere le nostre coste.

    I plastificati possono rilasciare nell’ambiente vari composti chimici, con i conseguenti effetti negativi che ciò comporta.

    Quando la plastica viene parzialmente bruciata, si possono produrre una serie di formazioni molto particolari che sono molto simili alle rocce.

    Si tratta dei cosiddetti piroplastici, privi di una forma definita, piuttosto screpolati e generalmente di colore nero, bianco o marrone.

    Anche se li vediamo, probabilmente non saremo in grado di dire che sono di plastica a prima vista.

    Come i plastiglomerati, i piroplastici possono rilasciare composti chimici nell’ambiente, ma si è anche visto che, come per i microplastici, nell’ambiente marino possono fungere da vettori per la dispersione di specie invasive, in quanto possono essere colonizzati da alcuni microrganismi e persino trasportare alcuni invertebrati.

    Oggi sappiamo con certezza che, a causa dell’azione della luce e delle alte temperature, le materie plastiche finiscono per indebolirsi, il che culmina con la loro frammentazione, soprattutto quando vengono colpite dalle onde contro le rocce delle zone costiere.

    Ma cosa succede se la plastica si incastra nella roccia durante l’impatto?

    Che si formano le “plasticristalli” che, pur finendo per frammentarsi in particelle sempre più piccole, costituiscono un rischio ancora da determinare per l’ecosistema, dato che, pur essendo nella roccia stessa, possono essere ingerite da diversi organismi marini.

    Sempre più scienziati si propongono di chiamare l’era attuale in cui viviamo come Antropocene, proprio per l’impatto che gli esseri umani stanno lasciando sul nostro pianeta.

    Anche se non c’è ancora un consenso sull’argomento, la realtà è che stiamo lasciando quell’impronta umana ovunque andiamo, al punto che la troviamo proprio nelle rocce sedimentarie che si formano per l’accumulo e la compattazione di piccole particelle.

    Senza dubbio, tutte le precedenti sono nuove formazioni che contengono quantità significative di materie plastiche, soprattutto microplastiche, di cui la società probabilmente non è a conoscenza, ma che stanno lasciando un ulteriore segno nell’ambiente.

    Se qualcuno studiasse mai le vestigia della nostra società, come stiamo studiando attualmente quelle dei nostri antenati, potrebbe trovare tracce di quei materiali che usiamo così tanto, la plastica, soprattutto come risultato di molte di queste nuove formazioni.

    Giandomenico Mucci

     

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