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    Donne canarie, perseguite dalla Santa Inquisizione

    Donne canarie, perseguite dalla Santa Inquisizione dopo essere state accusate di magia e stregoneria tra il XVI e il XIX secolo

    La lettura dei documenti storici, oltre a fornire informazioni che permettono di elaborare un embrionale ritratto robotico di ciascuno di essi grazie alla loro età, razza e condizione sociale, aiuta anche a farsi un’idea del contesto in cui si sono svolti i casi, nonché dei pregiudizi che hanno portato alla stigmatizzazione delle donne ribelli.

    Vediamo nei dipinti donne comuni, prive di volti vergognosi, senza le scope volanti o le sculture di fuoco fumanti, le cui pozioni sono di solito custodite nell’immaginario letterario dagli eterni complici e confidenti delle streghe, i gatti neri.

    Anche le streghe e i maghi canari, avendo più fortuna di quelli di altri luoghi dove sono stati perseguitati e messi in guardia con maggiore virulenza, sono stati bersaglio nelle nostre isole di varie ingiustizie, di emarginazione e disprezzo.

    La tortura, l’umiliazione, le multe e l’esilio sono state pene inflitte a queste donne, anche se è vero che un buon numero è stato assolto senza gravi conseguenze.

    La razza, l’occupazione o lo status di madre single o vedova era spesso il punto di partenza per essere individuati con successo come responsabili di qualche disgrazia personale o collettiva.

    La malvagità umana, la fantasia e la paura hanno fatto il resto, trasformando nel male coloro che erano semplicemente diversi o percepiti come tali.

    MARIA HERNÁNDEZ


    Una musulmana moresca convertita al cristianesimo, vedova e madre di due figli, si guadagnava da vivere a Telde, nel XVI secolo, come meglio poteva. Mendicava, prescriveva piante medicinali o indovinava la sorte. Nel suo processo del 1521 fu vittima di una tortura che abbiamo spesso visto nella finzione moderna, quella della tela imbevuta d’acqua, anche se alla fine fu assolta.

    MARIA GARCIA

    Nata nel 1568 a Teror e perseguita nel 1608 con l’accusa di stregoneria e patto con il Diavolo. Era una donna di “cattiva vita”, una madre single, accusata di adulterio, amante di un vicino e “causa di molte disgrazie e di grandi scandali e mormorii”. Fu accusata dai suoi stessi clienti, e fu condannata a varie pene ed esilio.

    FRANCISCA BAEZ

    Con gli antenati moreschi, è nata a Lanzarote nel 1570 e viveva a Teguise. Fu catturata dai pirati, ma fu liberata senza grandi conseguenze. Ha curato con erbe e pozioni la popolazione, leggendo il futuro con il classico piombo fuso e interpretando la posizione e l’aspetto della cacca di cammello e di capra. Il suo processo si è concluso con l’esilio a Madeira.

    CATALINA IL TOPO

    Sposata e residente nel quartiere di San Roque, nella città di Las Palmas, si è dedicata alla stregoneria, indovinando il futuro, preparando intrugli, amuleti e tutto ciò che serviva per rispondere alle richieste dei suoi clienti. Essa incarna il prototipo di una donna ripudiata per le sue arti magiche e, allo stesso tempo, rivendicata da loro. Fu perseguita, senza conseguenze, nel 1794.

    JERÓNIMA DE LA VEGA

    Originaria di Tejeda, è nata intorno al 1795. Quando aveva dieci anni, nel 1805, fu avviato un processo contro di lei dopo che confessò di essere una strega davanti a un vicino di casa di Teror, che lo disse al prete e a questo al tribunale. Alla fine è stata assolta, ma nelle sue dichiarazioni ha affermato di aver partecipato attivamente al Sabba delle streghe, di volare e persino di diventare una formica.

    Bina Bianchini

     

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