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    Un sorriso di perle? No, meglio di brillanti

    La nuova star dell’odontoiatria è la zirconia.

    La tossicità dei metalli e l’importanza di orientarsi verso materiali biocompatibili è un topico ormai consolidato  in campo medico.

    In campo odontoiatrico in particolare, il superamento di protesi in metallo ceramica è al centro dell’attenzione dei ricercatori, che intendono prevenire intolleranze, allergie, antiestetiche retrazioni gengivali, concentrandosi su un materiale innovativo, l’ossido di zirconio meglio conosciuto come ZIRCONIA.

    La zirconia è stata lungamente utilizzata nelle protesi d’anca, in campo chirurgico è stata appurata al di sopra di ogni dubbio l’elevata resistenza meccanica e l’altissima biocompatibilità su oltre 500.000 pazienti portatori di protesi femorali di zirconia sui quali non si è registrata alcuna reazione  in termini di biocompatibilità.

    COME SI E’ PASSATI DALLA CHIRURGIA ORTOPEDICA ALL’ODONTOIATRIA?

    Il balzo è stato possibile grazie all’introduzione di tecniche di produzione CAD/CAM.

    CAPIAMO COSA SIGNIFICA.

    CAD  Si tratta di un sistema computerizzato che consente di leggere con uno scanner ad altissima precisione la bocca o il modello della bocca.

    CAM I dati ottenuti vengono trasmessi ad un fresatore che da un disco di zirconia scolpisce letteralmente il manufatto protesico con un livello di precisione che sarebbe impossibile ottenere con una fusione in metallo.


    Una protesi in zirconia offre una resistenza, brillantezza e naturalezza che aggiungono all’attenzione per la salute pubblica e all’esigenza di un lavoro che duri nel tempo, un tocco di soddisfazione estetica che quando si spendono tempo e soldi per un nuovo sorriso deve giustamente essere tenuta in considerazione.

    COSA RENDE LA ZIRCONIA COSI’ SPECIALE?

    E’ un materiale inerte se purificato e non ossida come i metalli (fatta eccezione per l’oro).

    Ci arriva da 35 anni di sperimentazione nella chirurgia ortopedica.

    Non esiste alcuna discussione in dottrina in merito alla sua certa biocompatibilità.

    dott. Alessandro Longobardi

    Clinica Saber

     

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