Cari amici, mentre scrivo (metà aprile) siamo ancora nel brutto mezzo dell’incubo del Covid-19, che minaccia di tenerci sgradita compagnia ancora per qualche tempo.
Ammettiamolo, questa mazzata ci ha colto di sorpresa: in pochi giorni il mondo si è capovolto e ci è caduto addosso, sconvolgendo repentinamente il nostro piacevole e comodo tran tran quotidiano e trasformandolo in un’esistenza materialmente difficile e mentalmente nevrotica, alla quale non eravamo preparati.
Eppure negli ultimi decenni le avvisaglie non erano mancate, iniziando dalla febbre emorragica ebola, che dal 1976 a quest’anno ha colpito in ondate successive l’Africa causando migliaia di morti; poi ci sono state nel 1986 l’encefalopatia spongiforme bovina, meglio nota come la “mucca pazza”; dal 1996 al 2006 la peste aviaria, così chiamata perché contagiosa fra gli uccelli ma trasmissibile anche agli umani; tra il 2002 e il 2003 la sindrome respiratoria acuta grave, nota con l’acronimo SARS, ha colpito vari continenti facendo 774 vittime accertate; ed eccoci ora immersi nell’incubo più grave, esteso e prolungato, il coronavirus o Covid-19, e nei suoi sconvolgenti effetti: città deserte, milioni di persone segregate in casa, attività produttive bloccate con ferite devastanti inferte all’economia mondiale, che chissà quanto tempo occorrerà per rimarginare.
È quindi ragionevole prevedere che una volta terminata quest’emergenza, tra qualche tempo un’altra interverrà a sconvolgerci la vita… non sono qualificato per individuare soluzioni che scongiurino il ripetersi di queste situazioni, ma essendo convinto che è sempre meglio essere consapevoli che ignari, conviene iniziare una presa di coscienza, che è poi il primo passo per risolvere qualsiasi problema.
In una pandemia ancora più estesa e prolungata, in cui i contagiati si contassero in milioni, le strutture sanitarie, che già in quest’epidemia faticano a reggere, inevitabilmente crollerebbero trascinandosi dietro a catena l’intera struttura sociale.
Un’approfondita riflessione sull’argomento sarà necessaria… sperando che i governanti mondiali (e i popoli che li eleggono) ne siano capaci.
E dato che siamo in argomento catastrofico, oggi proietteremo lo sguardo verso qualche situazione tuttora imprevista, ma non improbabile, come dimostra l’inattesa crisi del Covid-19.
Nel 2016 la Global Challenges Foundation (Fondazione per le sfide globali) di Stoccolma ha pubblicato il rapporto Global Catastrophic Risks (Rischi di catastrofi globali), da cui trarrò alcuni spunti per le nostre riflessioni di oggi, ovviamente molto più stringate delle 108 pagine dell’originale; chi volesse leggerlo tutto (purtroppo solo in inglese) può cercarlo in internet digitandone il nome: “Global Catastrophic Risks”.
Quali sono gli eventi catastrofici mondiali più temuti dalla Fondazione?
Il primo considerato è una GUERRA NUCLEARE, argomento a cui ho accennato nell’articolo sulla corsa agli armamenti dello scorso mese di aprile, al quale vi rimando, ricordando qui solamente che nel 2014 gli Stati Uniti possedevano 4.760 testate nucleari di potenza variabile da 5 a 455 kilotoni (per capirci, la potenza della bomba sganciata su Hiroshima nel 1945 era di 15 kilotoni) e la Russia 4.300 ordigni con potenze da 50 a 800 kilotoni; a queste potenze nucleari si aggiungono due acerrimi nemici reciproci sempre sul piede di guerra come India e Pakistan, nonché altri attori mondiali dal comportamento imprevedibile come la Corea del Nord.
Dopo un conflitto nucleare non solo la spessa coltre di fumo sollevata dall’incenerimento di città e fabbriche contaminerebbe gravemente l’atmosfera, ma il lungo inverno causato dal blocco della luce solare impedirebbe la produzione agricola per anni.
PANDEMIE: alle epidemie e pandemie naturali ho dedicato un articolo nel numero di marzo.
Ma le pandemie possono anche essere intenzionali… anzi qualcuno sostiene che il Covid-19 in realtà sia un prodotto di laboratorio sfuggito di mano, o diffuso deliberatamente come esperimento pratico e psicologico di futuri attacchi biologici su vasta scala; personalmente non lo credo, ma nemmeno lo si può escludere con certezza.
Il risvolto negativo dei passi da gigante compiuti negli scorsi decenni dalla biotecnologia è il rischio di bioterrorismo: ad esempio il vaiolo (oggi debellato, ma il cui bacillo è riproducibile artificialmente con relativa facilità) dalla metà del 18° secolo alla fine del 19°, quando la vaccinazione divenne prassi diffusa, causava 400.000 morti all’anno.
Un’epidemia devastante causata dalla diffusione intenzionale di un bacillo altamente contagioso, tanto ampia e improvvisa da rendere impossibili vaccinazioni di massa, potrebbe essere considerata uno strumento per far collassare l’organizzazione sociale di un Paese nemico.
ASTEROIDE: sebbene secondo alcuni calcoli la probabilità dello scontro di un asteroide con la Terra sia appena dello 0,08% ogni secolo, è un evento già accaduto e quindi ripetibile: circa 66 milioni di anni fa si abbatté sul Messico un corpo roccioso di 10 km di diametro, che sconvolgendo l’ambiente del pianeta fu la probabile causa dell’estinzione dei dinosauri.
Il raffreddamento della temperatura della Terra, causato dalla nube sollevata dall’impatto con un asteroide di diametro superiore a 1,50 km, sconvolgerebbe l’agricoltura e scatenerebbe carestie (e guerre per accaparrarsi le risorse alimentari) che ucciderebbero milioni di persone, mentre la caduta di un altro asteroide di circa 10 km di diametro potrebbe far estinguere l’umanità.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE: in alcuni giochi da scacchiera già oggi l’intelligenza artificiale riesce a superare quella umana allenandosi contro se stessa, ma entro pochi decenni questo sorpasso potrebbe essere estendersi ad altri campi, con conseguenze difficilmente prevedibili.
L’automazione diffusa potrebbe portare gravi sconvolgimenti economici e sociali, distruggendo posti di lavoro e redditi, mentre è incerto che ne creerebbe rapidamente di nuovi.
Inoltre a ogni intelligenza artificiale viene assegnato dai programmatori un compito: se un programmatore malvagio assegnasse a una macchina intelligente un compito o un obiettivo politico o militare malefico, che essa perseguirebbe freddamente senza scrupoli morali, gli assetti geopolitici potrebbero essere devastanti, né si può escludere che entro pochi decenni un’intelligenza artificiale si ribelli ai suoi creatori e inizi a sua volta a creare, programmare e guidare contro l’umanità altre intelligenze artificiali, capaci tra l’altro di scoprire e sfruttare le fragilità psicologiche e la suggestionabilità degli esseri umani, da cui loro sarebbero immuni.
In Paesi tecnologicamente avanzati e ricchi, le cui popolazioni non hanno più voglia di combattere, la nascita del robot-soldato non è da escludere… se può sembrare improbabile, pensiamo a tante situazioni che fino a pochi anni fa sembravano impossibili, eppure oggi sono realtà… e proprio in questi giorni ne stiamo vivendo una!
AUTORITARISMO: l’aumento costante delle minacce esterne e interne alla sicurezza nazionale indurrà i governi a limitare drasticamente (o addirittura a revocare) molti diritti e garanzie finora ritenuti inalienabili, da quello di riunione a quello all’intimità e alla libertà di spostarsi dentro e fuori del proprio Paese.
Dopo l’attacco aereo dell’11 settembre 2001 contro le Twin Towers a New York (2.996 morti) e i tuttora misteriosi invii per posta di bacilli di antrace a varie personalità pubbliche (5 decessi e 17 avvelenamenti), il governo statunitense promulgò la rigorosa legge per la sicurezza nazionale… solo un piccolo esempio di quello che potrebbe accadere in un Paese che si sentisse sotto attacco esterno e/o interno, particolarmente se bombe atomiche o biologiche fabbricate artigianalmente da gruppi terroristi causassero centinaia di migliaia o perfino milioni di vittime… anzi probabilmente la sola percezione di una simile minaccia potrebbe convincere le popolazioni a rinunciare ad alcune garanzie in cambio di sicurezza.
Mi è rimasta impressa la breve sequenza televisiva della donna cinese in mascherina, rimproverata da un drone all’inizio del crisi del Covid-19 perché si trovava in strada… e ricordate il film del “Judge Dredd”, contemporaneamente poliziotto, giudice ed esecutore delle proprie sentenze…?
Per ora sono solo un progetto, ma prima o poi saranno realizzate, le smartdusts, cioè le “polveri intelligenti” composta da miriadi di sensori della grandezza di un granello di sabbia e connessi a un elaboratore centrale, che così potrebbe monitorare in un territorio esteso non solo le situazioni critiche, ma anche i movimenti e i comportamenti delle persone.
GRANDE FRATELLO: tutti noi abbiamo già, più che il sospetto, praticamente la certezza che il prezzo dell’uso “gratuito” dei media sociali è il loro capillare monitoraggio delle nostre abitudini, preferenze e perfino opinioni politiche, che poi sono cedute a “società di indagini di mercato”.
Ormai in ogni pagina internet che visitiamo leggiamo l’onnipresente e fastidioso avviso: “La tua riservatezza è la nostra priorità” … in realtà della nostra riservatezza ai siti che visitiamo gliene importa pochissimo, anzi desiderano solo violarla il più possibile, e quell’avviso è solo l’esca zuccherata per indurci, se vogliamo continuare la navigazione, a cliccare sul pulsante con cui “per libera scelta” li autorizziamo a spiarci.
E ineluttabilmente la domotica, cioè l’azionamento a distanza di dispositivi nella nostra abitazione, o l’automobile senza guidatore, renderanno ancora più pervasiva questa vigilanza minuziosa sulle nostre abitudini e preferenze.
INTERDIPENDENZA DELL’ORGANIZZAZIONE SOCIALE: per concludere, ricordiamo che in una società altamente complessa come quella odierna, il cui funzionamento dipende da quello contemporaneo di tutte le rotelline dell’ingranaggio, se una o più di queste smettessero di girare, a catena si arresterebbero anche le altre e alla fine l’intero sistema collasserebbe.
Ad esempio, nella gravissima crisi che stiamo vivendo un grande sollievo sia pratico che psicologico è la connettività non solo con parenti e amici, ma anche con le autorità… ma ricordiamo che questo può avvenire solo grazie a una rete di satelliti orbitanti intorno al pianeta e di ripetitori, che in caso di gravi tensioni o conflitti internazionali possono essere spenti in qualsiasi momento, o addirittura distrutti.
Ormai siamo tanto abituati a questa connettività permanente, che un oscuramento improvviso lascerebbe le popolazioni gravemente disorientate e potrebbe suscitare tumulti e disordini.
Ad esempio potrebbero esserne fortemente perturbate le operazioni bancarie, i trasporti e gli approvvigionamenti alimentari, vanificando gli sforzi dei governi di tranquillizzare le popolazioni in situazioni molto anomale come quella che stiamo vivendo.
Ora i tinerfeños mi perdonino la stoccata finale: tra i possibili eventi catastrofici tralascio le ERUZIONI VULCANICHE… in questo momento proprio non ce n’è bisogno, vero…?
Francesco D’Alessandro