I bar e i ristoranti dicono che il 15% dei locali non sopravviverà e chiedono l’esenzione dal pagamento dell’affitto.
Hostelería de España, un’organizzazione imprenditoriale che rappresenta i 300.000 ristoranti, bar, caffetterie, pub e strutture ricettive turistiche, e varie associazioni alberghiere provinciali, ha respinto alcune delle proposte per il settore, come l’installazione di divisori per attenuare la crisi sanitaria, perché lo considerano un “investimento inaccettabile”.
In particolare, i titolari hanno sottolineato che il settore alberghiero e della ristorazione si trova in un “momento di estrema difficoltà economica”, a causa della chiusura dei suoi stabilimenti a causa dell’attuale stato di allarme, e ha ricordato che attualmente non esistono regolamenti del Ministero della Salute che ne indichino l’utilizzo.
In vista della riapertura di bar e ristoranti, il settore sta lavorando alla creazione di un’etichetta sicura per hotel e ristoranti, che darà ai lavoratori e ai clienti la certezza che una serie di misure di pulizia, sanitarie e igieniche saranno rispettate negli stabilimenti una volta che avranno ripreso la loro attività.
Il protocollo a cui si riferisce questa etichetta comprenderà diverse misure come il controllo della temperatura all’ingresso dello stabilimento, la regolazione della capacità con una distanza minima tra i tavoli, l’implementazione di distributori di idrogel per promuovere le migliori condizioni di igiene o di igiene estrema nella manipolazione degli alimenti, così come nella pulizia di tutti i tipi di utensili locali e bagni.
Allo stesso modo, i principali rappresentanti della ristorazione nazionale si sono rammaricati che il Governo ignori la “grave situazione” che il settore sta attraversando e hanno chiesto l’esenzione dal pagamento dell’affitto dei locali.
Si stima che se alcune delle misure proposte all’Esecutivo non vengono attuate, il 15% di tutte le aziende è destinato a scomparire, il che significa più di 40.000 piccole e medie imprese.
In particolare, il settore lamenta che, invece di adottare misure di solidarietà e di aiuti economici equi, il Governo sta lasciando indifeso un gruppo di persone che rappresenta il 6,2% del PIL e che impiega direttamente oltre 1,7 milioni di persone.
Il settore ribadisce che in uno scenario di “incertezza e profonda crisi” è necessario sospendere e adeguare i canoni di locazione in proporzione alle vendite, attualmente pari a zero e che saranno molto limitati nel prossimo futuro.
Chiedono quindi l’applicazione dell’articolo 1105 del Codice Civile, che prevede l’esenzione dal pagamento del canone di locazione per “forza maggiore”.
dalla Redazione