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    Ecco come funziona la legge anti-okupa

    Foto di Cristiano Collina

    Con la Ley 5/2018 dell’11 giugno scorso si è cercato di porre fine all’incremento esponenziale del fenomeno di occupazione illegale degli immobili attraverso la modificazione di alcune norme procedurali della Ley 1/2000 de Enjuiciamiento Civil (LEC).

    Nel preambolo del testo approvato si chiarisce che l’esigenza della riforma è dettata dall’inefficienza in termini di agilità dei procedimenti civili previsti per il recupero dei beni, con conseguenti danni economici per i legittimi titolari degli stessi.

    Effettivamente il concetto di occupazione illegale degli immobili ad uso abitativo non trova piena collocazione né all’interno del procedimento di sfratto verbale (art. 250, comma 1, numeri 2 LEC) o delle azioni di reintegrazione del possesso della cosa o del diritto (art. 250, comma 1, numeri 4° e 7° LEC), né trova idonea protezione attraverso le azioni contemplate dalla Ley Hipotecaria (art. 41).

    In quanto all’azione penale fondata sul reato di usurpazione (art. 245, comma 2 del Código Penal), pure percorribile, ha in comune con le azioni civili un decorso estremamente lento.

    Premesso che la Ley 5/2018 è volta alla protezione del privato cittadino, delle Associazioni senza scopo di lucro e di quegli Enti della Pubblica Amministrazione che gestiscono gli alloggi sociali, in concreto in cosa si traducono le succitate modifiche?

    Sarà necessario presentare una demanda presso il Tribunale competente con l’espressa richiesta di immediata restituzione del bene e di indicazione della possibile data di esecuzione dello sgombero, naturalmente accompagnata dalla documentazione comprovante la legittima titolarità dello stesso (proprietà, usufrutto ecc.).

    La demanda, che ora può essere promossa a carico di “sconosciuti occupanti”, ossia senza una tediosa o, più spesso, impossibile previa identificazione degli stessi (nuovo art. 437 LEC), se ritenuta fondata, verrà poi notificata ai possessori illegali del bene.

    Trascorsi 5 giorni dall’avvenuta notificazione, ossia dalla consegna del documento a chiunque si trovi nell’immobile occupato o, qualora la ricezione venga rifiutata, dall’affissione del documento presso lo stesso Tribunale, senza che gli occupanti abbiano consegnato alcun tipo di documentazione giustificativa della loro permanenza nell’immobile, il Giudice procederà all’emissione di una resolución judicial favorevole al demandante senza possibilità di ulteriore opposizione (art. 441.1bis LEC).


    Sulla base della suddetta resolución sarà possibile procedere anche inmediatamente allo sgombero, senza cioè dover attendere il periodo di 20 giorni stabilito dall’art. 548 LEC (nuovo art. 444 LEC).

    In parallelo, il giudice dovrà assicurarsi che gli occupanti, se qualificabili come soggetti vulnerabili, ricevano assistenza dai servizi sociali al fine di ottenere una sistemazione alternativa entro sette giorni (art. 441.1bis LEC). Nonostante ciò che dice la Legge, in molti casi la Pubblica Amministrazione non è in grado di fornire una soluzione concreta.

    Ecco perché una delle critiche a queste nuove misure è che la Legge pone le famiglie e le persone a rischio di esclusione sociale in una situazione del tutto precaria nella quale si va a privarle di un tetto sotto il quale dormire.

    A tale proposito, la recente sentenza del Tribunal Constitucional indica che: “la decisión judicial de proceder al desalojo de los ocupantes que puede adoptarse en el proceso sumario para la recuperacion de la posesión de la vivienda instituido por la Ley 5/2018 no constituye una violación del derecho a la inviolabilidad del domicilio garantizado.

    El juez es la autoridad competente para ordenar y reconducir situaciones contrarias a la norma sustantiva y su adecuación a ella, sin que puedan oponerse circunstancias de hecho encaminadas a hacer posible la permanencia y consolidación de una situación ilicita, como es la ocupación ilegal de una vivienda”.

    Ciò vuol dire che l’applicazione di misure in grado di evitare l’esclusione sociale dei soggetti più deboli sono di esclusiva responsabilità della Pubblica Amministrazione e in nessun caso la loro assenza o mancanza di effettività può e deve ricadere sul privato cittadino.

    A distanza di oltre un anno dalla sua entrata in vigore, gli effetti positivi della legge si sono visti sostanzialmente nella fase di esecuzione dello sfratto, mentre la fase di valutazione della fondatezza della demanda presentata vede in parte frustrata la sua agilità dal generale carico di lavoro dei Tribunali.

    A prescindere dagli strumenti di tutela a disposizione, è sempre una buona idea per il proprietario, se la sua condizione economica glielo consente, prendere in considerazione misure preventive come polizze multirischio che includano le spese giudiziarie per il recupero dell’immobile occupato o dotare l’alloggio di sistema di sicurezza e di allarme.

    Avv. Elena Oldani

    Fonti

    Ley 5/2018, de 11 de junio, de modificación de la Ley 1/2000, de 7 de enero, de Enjuiciamiento Civil, en relación a la ocupación ilegal de viviendas.

    Ley 1/2000, de 7 de enero, de Enjuiciamiento Civil, en relación a la ocupación ilegal de viviendas.

     

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