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    Gli imprenditori del Sud chiedono una dogana più snella

    Il CEST, Círculo de Empresarios del Sur, ha recentemente sollecitato al Gobierno delle Canarie una dogana più snella, con formulari semplici per l’importazione dei beni e con servizi che facilitino il rilancio delle zone commerciali aperte.

    Nel corso della riunione che il CEST ha avuto con i rappresentanti del Gobierno regionale, è emerso anche come necessario il rivitalizzare l’offerta complementare delle aree adiacenti agli hotel, per contribuire in modo significativo al recupero di migliaia di posti di lavoro, oltre che per dare un nuovo impulso all’attività economica che gravita sul turismo, come ristorazione, commercio e tempo libero.

    Relativamente alle difficoltà che si incontrano attualmente in dogana, i rappresentanti del CEST hanno espresso direttamente a Pedro Ortega, Ministro dell’Economia, dell’Industria e del Commercio, la forte preoccupazione del settore riguardo i problemi derivanti dalle procedure e dai costi doganali, in particolare lamentando l’enorme lentezza delle pratiche che portano ad attese di settimane nell’importazione di prodotti sia nazionali che internazionali.

    Il costo elevato al momento della dichiarazione della merce importata e l’esistenza di un unico documento amministrativo per le esportazioni (DUA) sono considerati dall’associazione degli imprenditori un grave handicap che deve essere corretto quanto prima.

    La mancanza di standardizzazione nella liquidazione delle merci da parte delle agenzie della dogana sta generando inconvenienti inaffrontabili: vi sono agenzie che presentano costi da sostenere fino a 3 volte superiori rispetto al normale e a volte il tempo di attesa per poter recuperare le merci supera i 15 giorni a causa delle procedure.

    Se a questo si aggiungono gli scioperi degli scaricatori e di tutto il personale normalmente impiegato in dogana, è evidente che la situazione non solo non sia più sostenibile, ma che stia procurando gravi danni all’economia, con ricadute dall’imprenditore fino al consumatore.

    Per quanto riguarda i prodotti deperibili importati, il problema è ulteriormente aggravato, al punto che i reparti acquisti delle società di catering hanno dovuto aumentare gli ordini per sopperire alla mancanza di materie prime nelle cucine.

    Le aziende vengono così rifornite al di sopra delle esigenze, con il rischio di vedere invendute le merci o con l’alternativa di richiederle per via aerea, con un pesante aumento dei costi.


    E la conseguenza di questo iter tortuoso, affermano i portavoce del CEST, è il ritocco del prezzo finale al cliente, con inevitabile insoddisfazione.

    Il CEST di fatto ha richiesto al Gobierno una maggiore attenzione ai diritti dei commercianti e dei consumatori, mediante un decreto che dovrà regolamentare in primis la dogana e a seguire tutte le procedure a essa collegate.

    L’Esecutivo a tal proposito ha tranquillizzato il settore confermando che a breve saranno assegnati finanziamenti per sostenere le PMI nell’imprenditoria e nell’innovazione, nonché per creare uno speciale Osservatorio che sia in grado di monitorare la situazione e di promuovere campagne ad hoc.

    Nel corso del 2019 sarà altresì creato un marchio di identificazione per definire e regolamentare tali aree commerciali al fine di rivitalizzare il commercio al dettaglio tradizionale, cui si aggiunge un programma di sostegno per gli spazi aperti che comprenderanno azioni urbane; il finanziamento, basato sul Fondo de Desarollo de Canarias e sui Fondos Europeos Regionales, sarà di circa 12 milioni di euro e dovrà concretizzarsi in 62 zone commerciali aperte che riuniranno fino a 10mila realtà imprenditoriali.

    Franco Leonardi

     

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