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    Dal 1920 nell’Arcipelago 5 fusi orari diversi: ecco la storia

    Quella dei fusi orari è senz’ombra di dubbio la storia più assurda e comica di cui le Canarie, insieme alla Gran Bretagna, siano protagoniste, sia per la natura della questione che per il caos che a un certo punto si generò.

    La vicenda inizia nel 1920, quando il Regno Unito, approfittando della distanza tra l’Arcipelago e la penisola, inizia a fare pressioni a Madrid affinché le Canarie adottino lo stesso fuso orario di Londra e non tanto per una questione di risparmio energetico, bensì per interessi legati al commercio marittimo.

    Insomma, le Canarie, secondo gli anglosassoni, avrebbero dovuto avere la stessa ora del Regno Unito per facilitare le navi con bandiera inglese che transitavano nelle loro acque.

    Ora, a parte il fatto che pretendere sulle isole la stessa puntualità britannica sia una vera e propria utopia, nel 1920 ad un certo punto si creò una tale situazione che neppure il Gobierno aveva ben chiari i fusi orari delle diverse isole: se esse infatti risultavano indietro di un’ora rispetto alle Baleari, Tenerife aveva due fusi orari diversi nella stessa città di Santa Cruz, mentre Gran Canaria ne possedeva ben tre a Las Palmas: uno al porto, uno nell’Ayuntamiento e un’altro nella Catedral de Canarias in Plaza de Santa Ana, dove era posizionato l’unico orologio pubblico dell’epoca.

    Chiedere in quel periodo l’ora esatta avrebbe creato un certo imbarazzo.

    Le ragioni di fusi orari differenti erano legate soprattutto alla natura delle principali attività di Santa Cruz e di Las Palmas, autentici punti cruciali per gli affari dell’Arcipelago con il resto del mondo, oltre che località dove, ieri più di oggi, si parlavano due lingue: inglese per il business e spagnolo per il tempo libero.

    Ma l’imbarazzo di conoscere l’ora esatta cresceva quando a chiederla erano autorità o uomini di affari esteri, che ricevevano risposte diverse dalle Poste, dalla Marina e da ogni ente amministrativo.

    Ad esempio i comandanti della Marina di Tenerife e di Gran Canaria affermavano che a Tenerife si utilizzava il fuso orario corrispondente a un’ora in meno rispetto a quello del meridiano di Greenwich, eccetto però, attenzione, negli uffici del telegrafo dove invece si adottava proprio l’ora di Greenwich.


    A Gran Canaria il Gobierno Militar, la Marina e le Poste, così come la gente comune, utilizzavano l’ora del meridiano di Las Palmas, annunciato dal segnale della bandiera ammainata e dai colpi del cannone della Guardia Costiera.

    Questo gran caos circa i fusi orari e le differenze temporali all’interno dell’Arcipelago erano principalmente dovute anche al fatto che le isole non erano state incluse nel Real Decreto del 22 di luglio del 1900 a firma di Francisco Silvela, che stabiliva l’ora nazionale per Spagna (penisola) e Baleari.

    Londra chiese quindi di uniformare le isole al proprio fuso, affinché le navi mercantili britanniche potessero raccapezzarsi con l’aiuto dei segnali dei fari dei vari porti, ma nessuno, di fatto, si prese la responsabilità di stabilire con certezza l’orario da adottare, fino a quando il presidente del Gobierno de Canarias del 1922 chiese ufficialmente a Madrid, attraverso un telegramma, di esprimere consenso circa l’adozione da parte dell’Arcipelago del fuso orario corrispondente al meridiano in cui si situa, al fine di non creare disagi alla vita della comunità.

    Dopo numerosi solleciti per ottenere una risposta al quesito, il Primo Ministro spagnolo ordinò all’Istituto Geografico e Statistico di raccogliere dati in merito ma alla fine del 1921 Madrid, pur schiacciata dalla forte influenza britannica, si espresse affermando che le Canarie, basandosi su dati e osservazioni, differirebbe di 5 o 6 minuti dal fuso maggiormente utilizzato, ovvero quello che stabilisce un’ora in meno rispetto a quella di Greenwich.

    Ma la questione rimase aperta ancora per diverso tempo, con l’Armata britannica che chiedeva costantemente l’orario in vigore sulle isole e Madrid che non sapeva più quali risposte fornire; nel Real Decreto del Re Alfonso XIII dell’11 febbraio del 1922 si affermò che l’orario delle Canarie sarebbe stato regolato con il tempo solare medio corrispondente alla posizione geografica delle isole e con il fuso utilizzato maggiormente dai servizi governativi e militari, dai governi, dai tribunali, poste e telegrafi e linee di trasporto marittimo.

    E così, dopo varie corrispondenze tra Regno Unito, Madrid e Canarie, l’Arcipelago, dal primo marzo del 1922, segue il meridiano di Greenwich, a differenza di Spagna e Baleari.

    Ilaria Vitali

     

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