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    La Palma, rischio del 50% di eruzione nei prossimi decenni

    L’Istituto Vulcanologico delle Isole Canarie, Involcan, ha reso pubblica la stima circa le probabilità del verificarsi di un’eruzione del Cumbre Vieja, basata sulle statistiche in possesso dei ricercatori e  relative al passato.

    La probabilità che si possa assistere nuovamente ad un’eruzione nel prossimo anno è dell’1,26%, nei prossimi 5 anni del 6,16%, nel giro di un decennio dell’11,95%, tra 50 anni del 48,10% e tra 100 del 72%.

    Per realizzare questa previsione l’Istituto, coordinato dal vulcanologo Nemesio Perez, ha utilizzato la statistica di Poisson, secondo la quale partendo da una frequenza di occorrenza media si determina la probabilità che un dato numero di eventi si verifichi in un dato lasso di tempo.

    Considerando che La Palma è l’isola dove ci sono state più eruzioni in assoluto rispetto a tutto l’Arcipelago, i dati cui sono giunti gli esperti rivelano che la possibilità di una concreta attività vulcanica sull’isola non è poi così remota.

    Gli episodi più significativi nel corso della storia sono Tacande, 1470-1492, Tajuya, 1585, Tigalate, nel 1646, San Antonio, che nel 1677 seppellì la Fuente Santa, Montaña Lajiones o El Charco nel 1712, San Juan nel 1949 e, per ultimo, il Teneguía nel 1971.

    Il Cabildo di La Palma proprio quest’anno recupererà l’accordo con Involcan per continuare a condurre studi di monitoraggio sismico, geochimico e geodetico dell’isola, investendo 50.000 euro.

    Involcan, che ha una sede nel municipio di Fuencaliente, ha da sempre condotto le proprie ricerche a La Palma, anche senza gli aiuti del Cabildo, e dopo la ripresa dell’attività sismica nell’ottobre del 2017, ha rafforzato i sistemi di sorveglianza e aumentato il personale del team di ricercatori.

    Il Cabildo ha inoltre stabilito sia per quest’anno che per il 2019, un investimento complessivo di 300.000 euro per lo studio del potenziale di energia geotermica a disposizione dell’isola, sempre in collaborazione con Involcan.


    Un’accurata indagine infatti, oltre a predire un’eventuale eruzione, consentirà di determinare i luoghi in cui sarà possibile sfruttare l’energia geotermica come alternativa di energia pulita, al fine di creare un modello energetico nuovo.

    Obiettivo delle ulteriori ricerche sarà quello di capire se lo sfruttamento della risorsa esistente nel sottosuolo sia tecnicamente ed economicamente sostenibile.

    L’energia geotermica è un’energia rinnovabile ottenuta attraverso l’utilizzo del calore naturale presente nel sottosuolo, e La Palma, come il resto delle isole Canarie, è vulcanicamente attiva, quindi dotata di un potenziale interessante per la realizzazione del progetto.

    Jessica Gnudi

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