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    I produttori di uova di Tenerife uniti contro la concorrenza sleale

    Un’ampia rappresentanza di produttori di uova di Tenerife si è recentemente unita per affrontare con urgenza il fenomeno della concorrenza sleale che sta minacciando l’intero settore e per richiedere un incontro con il Cabildo e il Gobierno delle Canarie al fine di trovare una soluzione al più presto.

    La concorrenza sleale sui prezzi da parte dei produttori stranieri di uova sta infatti causando grande caos tra i produttori locali, costretti a buttare o regalare ingenti quantità di prodotto e a eliminare prima dei tempi previsti le galline fattrici; unitamente a questo, segnalano, esiste il problema dell’etichettatura che, se sulle uova canarie è rispettata, su quelle straniere talvolta manca, benché la carenza di controlli da parte delle amministrazioni competenti non rilevi il fatto.

    Durante l’assemblea della neonata associazione di produttori di uova di Tenerife che riunisce gran parte degli appartenenti al settore avicolo dell’isola, si è convenuto che il primo passo da effettuare è quello di richiedere un incontro alle alte sfere per trovare rapidamente delle soluzioni, prima che la situazione degeneri oltremodo.

    I veterani del settore, come Oscar Luis Hernandez di La Lajita, attivo da oltre 30 anni, e i più giovani, come José Manuel Garcia e Maria Angelica Padilla, hanno espresso profonda preoccupazione circa il fenomeno, visto che già da diverso tempo le amministrazioni competenti promettono interventi e soluzioni, senza però fare nulla.

    Uno dei principali problemi si concentra sul fenomeno dell’importazione di uova dalla penisola, uova che arrivano con etichetta confusa o falsa riguardante l’origine e la data di scadenza; i consumatori generalmente sono poco attenti alle diciture riportate sulle uova e spesso non sanno se stanno consumando prodotti locali e non scaduti.

    Coloro che importano e vendono le uova della penisola, sottolinea il portavoce della associazione, non si preoccupano delle tasse locali così come delle scadenze e rendono il mercato impossibile per coloro che si attengono scrupolosamente alle regole.

    Ad esempio il produttore fraudolento imposta come data di confezionamento quella in cui le uova vengono spedite nel container e non quando vengono effettivamente raccolte, come stabilirebbe la legge; questo significa che quando l’uovo arriva alle Canarie è più vicino alla data di scadenza a dispetto di quanto riportato in dicitura.

    Vengono quindi richiesti maggiori controlli in dogana e nei grandi magazzini, affinché si eviti un fenomeno che non solo minaccia il settore locale, ma comporterebbe un rischio anche per il consumatore.


    Un’altra forma di frode riscontrata è relativa alla dimensione riportata in etichettatura, differente da quella reale per poter pagare meno tasse di ingresso.

    I produttori di Tenerife sottolineano che se un consumatore vuole comprare un uovo di 15 giorni è un suo diritto oltre che una sua scelta, ma che ne acquisti uno credendolo fresco è una frode.

    Le uova non locali monitorate nei supermercati delle Canarie hanno una scadenza a 28 giorni, cosa impossibile considerando che ne impiegano almeno 10 per raggiungere le isole; questo non rende il prodotto più economico, perché il prezzo rimane uguale e il distributore guadagna sui margini.

    Le uova locali, infine ribadiscono, vengono prodotte nelle fattorie e nel giro di 2 giorni dalla deposizione si trovano nei supermercati.

     

     

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