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    Locatori case vacanza, invito del Gobierno a costituire attività autonoma

    Molti locatori lo hanno già fatto ma, secondo le fonti del Gobierno, sono ancora tanti i proprietari di alloggi offerti come casa vacanza su piattaforme come Airbnb, Windu o HomeAway a dover regolarizzare la propria posizione, sia a livello giuridico che fiscale.

    A tal proposito il ministro dell’Industria, Commercio e Turismo Reyes Maroto, ha annunciato di voler predisporre una serie di provvedimenti al fine di regolamentare quella che ritiene debba diventare un’attività legale e riconosciuta.

    Lo statuto del lavoro autonomo afferma che si intende con il termine lavoratori in proprio o autonomi, persone fisiche che abitualmente, personalmente, direttamente e per proprio conto, quindi al di fuori della direzione o dell’organizzazione di un’altra persona, conducano un’attività economica o professionale, anche in assenza di lavoratori dipendenti, che sia a tempo pieno o part time.

    Secondo questa definizione, i proprietari che hanno trovato nel diventare locatori una forma di business, attività esclusiva o complementare ad altro impiego, affittando la propria casa a turisti, hanno l’obbligo di registrarsi come lavoratori autonomi e di pagare quindi la quota mensile della Seguridad Social.

    Questo è quanto affermato dall’avvocato del lavoro Alberto Ara alla Autónomos y Emprendedor, cui avrebbe precisato inoltre che per determinare se la locazione risponde a requisiti di attività economica, occorre basarsi sulla continuità nel tempo di quest’ultima.

    Sebbene questo ultimo concetto debba ancora essere avallato da chiarimenti legali nell’ambito del dialogo intrapreso con le organizzazioni autonome, secondo il verdetto dei tribunali tale continuità esiste se i rendimenti netti ottenuti superano i 10.302,60 euro all’anno, ovvero cifra corrispondente al salario minimo interprofessionale SMI.

    Secondo i dati forniti da Exceltur, il numero di case vacanza nel 2017 ha raggiunto, incoraggiato dall’emergere di strumenti quali le piattaforme Airbnb e similari, un totale di 473.956, superando di quasi 140.000 unità l’offerta di alloggi regolamentati.

    La casa vacanza si trova di fatto in una situazione di vuoto giuridico che colpisce tanto il settore ricettivo quanto il fisco; da qui l’interesse del Gobierno di Pedro Sánchez a regolamentare in tempi rapidi il settore, promuovendo soluzioni coordinate per case ad uso esclusivamente turistico.


    Inoltre il ministro Maroto lavorerà di pari passo con i ministeri di finanze e Seguridad Social per arrivare a regolamentare economicamente l’attività dei locatori.

    Secondo Ara occorre distinguere in ogni caso colui che affitta semplicemente la propria casa e dichiara gli introiti come reddito derivante da capitale immobiliare, da colui che conduce una vera e propria attività di affitto alloggi per turisti, i cui introiti invece sono a tutti gli effetti derivanti da un lavoro, in questo caso autonomo.

    I governi regionali saranno tenuti a creare un registro delle abitazioni turistiche, individuando così i locatori, che a sua volta sarà confrontato con quello dei turisti, redatto dal Ministero attraverso informazioni ottenute dalle piattaforme digitali.

    Va ricordato a tal proposito che, a partire da luglio 2018, come stabilito in regio decreto approvato dal precedente esecutivo di inizio anno, i locatori devono presentare una dichiarazione informativa ogni trimestre con i dettagli dell’alloggio promosso sulle piattaforme.

    La LAU, Ley de Arrendamientos Urbanos, e la Ley de Propiedad Horizontal, che dipendono dal Ministero dei Lavori Pubblici, saranno il pilastro della nuova ordinanza e il Gobierno esaminerà e adatterà l’art.5 della LAU, laddove si escludono dalla normativa gli affitti per vacanze di alloggi se la comunità autonoma dove sono ubicati ha legiferato al riguardo, come nel caso delle isole Baleari, di Madrid e della Comunità Valenciana.

    Franco Leonardi

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