More

    Mercato immobiliare, la tempesta perfetta

    C’è già chi parla di tempesta perfetta del mercato immobiliare, con prezzi degli affitti così alti che ormai risulta di gran lunga più redditizio comprare che affittare e con mutui che, solo nelle isole Canarie, sono cresciuti dell’85%.

    La situazione del mercato immobiliare in tutta la Spagna sta diventando una vera e propria patata bollente per il Gobierno di Pedro Sánchez e da anni gli esperti del settore avvertono che esiste un problema serio nell’edilizia, non ancora tale da poter affermare di essere di fronte ad una nuova bolla immobiliare, ma sufficiente da creare molta tensione nei prezzi soprattutto in alcune aree, come le isole Canarie e nello specifico Adeje e Arona.

    Del resto l’Arcipelago ha affrontato l’aumento del prezzo medio degli alloggi in affitto a maggio, con un incremento dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, laddove in Spagna l’aumento è stato pari al 3%.

    Insomma le Canarie sono la comunità dove il costo dell’affitto è stato il più alto di tutta la Spagna, con 7,65 euro al metro quadro al mese.

    In generale nel secondo trimestre del 2018 l’affitto è aumentato in 15 comunità autonome a livello trimestrale e in 13 a livello annuale.

    Come precisa Beatriz Toribio, responsabile degli studi effettuati da Fotocasa, portale immobiliare, il prezzo degli affitti in Spagna continua ad aumentare ma in maniera meno intensa rispetto ad altre piazze e addirittura in alcune zone si sono registrate delle cadute significative.

    Madrid è risultata la comunità più costosa in termini di affitto, con 12,38 euro al metro quadro al mese, seguita dalla Catalogna con 12,36 euro e le Baleari, con 10,37 euro.

    All’estremo della classifica si trova invece Extremadura, con 4,71 euro al metro quadro al mese, seguita da Castilla La Mancha con 5,09 euro e La Rioja con 5,34 euro.


    Relativamente invece alle province, 32 hanno registrato aumenti che vanno dall’11,5% nel caso di Santa Cruz de Tenerife, allo 0,9% di Tarragona.

    Il numero dei mutui nel mercato immobiliare è stato pari a 31.166, dato relativo allo scorso mese di maggio, vale a dire il 7,3% in più rispetto allo stesso mese del 2017; nel caso specifico delle Canarie il numero è cresciuto dell’85,9%, indice che i canari trovano più redditizio acquistare anziché affittare.

    L’ammontare medio dei mutui sulle abitazioni è cresciuto del 2,8% rispetto a maggio 2017 e il capitale preso a prestito è aumentato del 10,3% su base annua, attestandosi a 3.647,7 milioni di euro.

    Riguardo al fenomeno di crescita del numero degli acquisti di abitazioni, il segretario generale della Giunta Direttiva di Fepeco Isidro Martín, ha confermato che esiste un reale problema al riguardo poiché non vi sarebbero abbastanza case.

    Se è vero che durante il periodo della crisi il Gobierno ha stanziato denaro per le questioni di rilevanza sociale, è altrettanto vero che vi è stato un declino nella pianificazione che ha prodotto una naturale carenza di alloggi, sia a livello pubblico che privato.

    Per Martín quindi il principale problema oggi del mercato immobiliare è proprio quest’ultimo, considerando che molte persone si sono trasferite nell’Arcipelago per lavorare nel settore turistico, incrementando così la domanda di alloggi.

    La carenza di abitazioni, precisa, deriva dal fatto che le banche non hanno rinunciato ai beni che si sono accaparrate durante la crisi, alloggi mantenuti per aumentare i prezzi regolando così il mercato.

    A questo va aggiunta la pressione esercitata dalle case vacanza, fenomeno comunque, secondo Martín, che interessa solo località come Adeje, Arona o San Bartolomé de Tirajana.

    La mancata pianificazione abitativa di anni, precisa, ha portato a questa situazione e non è certo l’emergere di una nuova modalità ricettiva ad aver determinato la crisi degli affitti.

    E qualsiasi intervento da parte del Gobierno, come per altro già annunciato, non risolverà nell’immediato la carenza di alloggi, visto che per la loro costruzione occorrono almeno 2-3 anni tra permessi, licenze e lavori veri e propri.

    Il Ministero dello Sviluppo ha annunciato la costruzione di 20.000 nuove case ma, sottolinea Martín, l’esigenza è di adesso.

    Franco Leonardi

    Articoli correlati