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    Affitto turistico. Un Decreto che non piace quasi a nessuno

    L’affitto di una casa per stagione, ovvero per mesi, settimane o addirittura giorni, esiste da quando esistono gli affitti residenziali e soddisfa la necessità di poter contare su un alloggio che non sia quello abituale, bensì che venga occupato per motivi di lavoro, vacanze estive o altro.

    Questa modalità di affitto si è nel tempo trasformata in locazione turistica, meglio nota come affitto per le vacanze.

    Questa nuova realtà è stata riconosciuta nella riforma della Ley de Arrendamientos Urbanos, introdotta a sua volta dalla Ley 4/2013 del 4 di giugno, relativa alle misure per rendere il mercato immobiliare più flessibile e attrattivo, dove però risultano esclusi dall’applicazione gli affitti turistici che riguardano un’intera casa ammobiliata ed equipaggiata per essere occupata immediatamente, commercializzata e pubblicizzata attraverso canali di offerta turistica, avente quindi scopo di lucro e, inoltre, soggetta a regolamenti e normative settoriali specifici in quanto offre servizi complementari propri delle strutture alberghiere, quali pulizia, reception, biancheria da letto, etc.

    Come per ogni nuova attività, anche l’incremento degli affitti turistici ha generato una serie di problemi che hanno spinto le Amministrazioni Pubbliche alla necessità di volerli regolamentare, poiché, senza voler essere esaustivi, è certo che si è riscontrata anche una certa difficoltà di accesso agli alloggi per effetto dell’inflazione incontrollata del prezzo di affitto, così come si è verificata una saturazione dello spazio pubblico e, in molte occasioni, sono nati reclami riguardo rumori e comportamenti incivili nelle zone residenziali generalmente non avvezze al trambusto del turismo, senza dimenticare infine che molti appartamenti non soddisfano nemmeno gli standard di qualità che dovrebbero essere propri di una destinazione turistica.

    Tutto questo comporta, naturalmente, che l’attività debba essere regolamentata ma, come è ugualmente logico, solo dopo un’attenta analisi della situazione.

    Recentemente il Gobierno de Canarias ha annunciato la bozza, e si sottolinea bozza, di un Decreto che regoli l’affitto turistico nella Comunità Autonoma delle Canarie, che sarà esposta pubblicamente per un mese affinché possa essere oggetto di eventuali osservazioni che dovranno essere presentate ai diversi dipartimenti dell’Amministrazione della Comunità Autonoma e del Consiglio Consultivo, prima di essere approvato definitivamente dal Gobierno.

    Questa bozza evidenzia una situazione diversa da quella già promossa dal Gobierno nel Decreto 113/2015 del 22 di Maggio, successivamente annullato dai Tribunales de Justicia.

    In questo caso nella bozza del Decreto si proibisce l’affitto turistico nelle zone turistiche, anche se ai Cabildos Insulares e agli Ayuntamientos è concessa la facoltà di stabilire delle eccezioni.


    Nel contempo si stabiliscono differenze tra i proprietari, nel senso che coloro che posseggono 3 o più alloggi verranno considerati alla stregua di vere e proprie attività professionali e per questo dovranno avvalersi di lavoratori dipendenti e un equipaggiamento minimo, al pari delle case rurali (NdR in pratica i nostri B&B).

    Potremo conoscere la versione definitiva del Decreto una volta che il Gobierno de Canarias avrà analizzato tutte le osservazioni presentate alla bozza, ma possiamo già anticipare che, sicuramente, questo Decreto, una volta che sarà definitivo, finirà di nuovo nei Tribunali, dove constateremo se avrà uguale destino al suo antecedente.

    Optimus Abogados

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