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    Speciale Candelaria, terra di Menceyes e Pellegrinaggio

    Foto di Cristiano Collina

    Il municipio di Candelaria si estende su una superficie di quarantanove chilometri quadrati nell’estremo settentrionale della Valle di Guimar, a sudest dell’isola di Tenerife.

    Come la maggior parte degli Ayuntamientos è incastonata tra l’Oceano Atlantico e la zona montuosa.

    Questa peculiarità fa sì che le sette località che la compongono, Araya, Barranco Hondo, Las Caletillas, Las Cuevecitas, Igueste, Malpaís e appunto, Candelaria (capoluogo) presentino caratteristiche orografiche ben diverse tra loro.

    Nella parte meridionale e prossima alla costa troviamo una zona pianeggiante dove risiede buona parte della popolazione. Altri preferiscono antichi borghi arrampicati su una catena circondante che può variare tra i 1.200 e 1.800 metri sopra il livello del mare. Alcune di esse si spingono a strapiombo sull’oceano, altre, erose dal vento e dalle acque, rendono visibili grotte preistoriche, lastre di lava, spiagge ghiaiose e bellissime calette di sabbia vulcanica. Il tutto, naturalmente, di

    colore nero.

    Tale disposizione influisce direttamente sulla flora locale; praticamente spoglia lungo la costa, per trovare, mano a mano che si risale, un’ampia varietà

    di arbusti e piante autoctone, eucalipto e verso le cime splendide estensioni di pino canario.

    Per quanto riguarda la fauna, gli invertebrati prendono senz’altro il sopravvento, gli scienziati riscontrarono, nel tempo, oltre mille specie.


    Rettili, tra loro il leggendario “lagarto moteado” presente in tutta l’isola. Volatili, quali la “paloma rabiche”, “paloma turqué”, el “vencejo unicolor”, “pinzón azul” (simbolo di Tenerife), l’immancabile aquila pescatrice. L’oceano, a sua volta, regala una vastissima quantità di pesci tipici, molluschi, crostacei e, secondo il periodo dell’anno, tantissimi visitanti occasionali.

    Foto di Cristiano Collina

    Storia e Religione

    Si pensa che i primi Guanches siano arrivati sull’arcipelago circa 2.500 anni fa. Gli immigranti, spinti dal Nordafrica durante le conquiste fenice e romane, trasportarono capre, pecore, maiali e cani.  Inoltre, introdussero la coltivazione del grano e alcuni legumi, cambiando, dopo l’estinzione dei rettili giganti, l’intero ecosistema. 

    Le tribù veneravano il sole (Magec), il raccolto (Beñesmer), il cielo (Echamán) e nutrirono un profondo disprezzo per il demonio (Guayota) che abitava nell’inferno (Etcheide) identificato con il Teide.

    Una curiosità che attirò l’attenzione di archeologi e storici risiede nell’estrema somiglianza del culto di mummificazione Guanche con quella egizia.

    Intorno al 1400 qualcosa cambiò, l’apparizione di una Madonnina nera sulla spiaggia di Chimisay (oggi municipio di Guimar) mise in subbuglio gli abitanti locali, mentre il Mencey (sovrano locale) ordinò di conservare “la strana figura” nella propria grotta di Chinguaro e la chiamò Chaxiraxi.

    Più tardi, un Guanche cristianizzato chiamato Anton Guanche riconobbe in quell’immagine la Vergine Maria, Anton fece trasportare la Madonnina alla Grotta di Achbinico o di San Blas, alle spalle dell’attuale Basilica, e rappresenta il primo santuario mariano dell’arcipelago.

    Dopo l’arrivo dei “conquistadores”, il 2 febbraio 1497 Alonso Fernández de Lugo celebrò la prima festa di Purificazione o delle Candele nella Grotta di Achbinico e da allora diventò luogo di preghiera e pellegrinaggio e si aprì così la strada di Candelaria, unica via di comunicazione con i popoli del sud dell’isola. 

    Il santuario fu affidato ad una congregazione di frati dominicani che costruirono un convento adiacente e nel 1559 Papa Clemente VIII dichiarò la Vergine di Candelaria santa patrona delle Isole Canarie.

    Nel 1949 ebbe inizio la costruzione, in stile neoclassico, della Basilica in omaggio a Nostra Signora della Candelaria. I lavori si sono conclusi nel 1959 e ogni anno riceve circa tre milioni di visitatori, diventando così un punto cruciale per l’attrazione turistica e per i fedeli di tutto il mondo che il 2 febbraio e 14 e 15 agosto arrivano festosi per celebrare la festa della Candelaria.

    Particolarissima è la piazza antistante, nella quale si ergono le statue dei nove Mencey tinerfeñi che lottarono fino alla morte per difendere l’isola dagli aggressori.

    Una curiosità degna di nota; la città di San Antonio in Texas fu fondata da emigranti canari e gemellata con Santa Cruz di Tenerife e Las Palmas di Gran Canaria. Nel centro storico si può apprezzare la cattedrale più antica degli Stati Uniti d’America e al suo interno, in prossimità dell’altare principale, si trova un’immagine della Vergine di Candelaria.

    Foto di Cristiano Collina

    Agricoltura, allevamento e pesca

    Dopo la fine delle ostilità e con l’arrivo dei coloni l’attività agricola fu ampliata dalla zona costiera fino ai 1.200 metri. I nuovi agricoltori costruirono terrazzamenti e gradoni sui pendii collinari atti al coltivo di patate, cereali, ortaggi, vitigni e piantagioni di frutta destinati all’autoconsumo. Nelle zone pianeggianti, invece, lavorarono le terre grazie alle necessità del commercio estero; vitigni, canna da zucchero, e coloranti naturali adatti al tessile erano molto richiesti dalle nuove industrie europee.

    Nella prima metà del secolo scorso, con la complicità delle guerre mondiali e la conseguente carestia, la superficie agricola aumentò considerevolmente e grazie alla costruzione di gallerie e serre s’impiantarono pomodori e banane.

    Nella seconda metà del XX secolo cambia il modello economico e questo settore primario ne risente a favore dei servizi, del commercio e l’industria e l’aumento dell’urbanizzazione, ma non si perde, le nuove conoscenze e tecnologie riescono a supportare l’attività e oggi è più viva che mai.

    In questa zona il pascolo fu testimone del passare dei secoli e ha mantenuto nel tempo un’importanza primaria per l’ottenimento di latte, formaggi, carni e pellami.

    Il panorama si completa con l’introduzione dell’avicoltura e dell’apicoltura, rendendo quanto mai appetibili gli scambi commerciali con Candelaria.

    La pesca, invece, ha sempre avuto un carattere artigianale, nonostante ci si trovi in un punto molto ricco di delizie, non ha oltrepassato la frontiera dell’autoconsumo e degli scambi locali. Il piccolo porticciolo (el puertito) funge tutt’ora anche da cantiere navale.

    Commercio e Industria

    Candelaria, in collaborazione con i comuni di Arafo e Guimar, vanta di un polo industriale e commerciale di tutto rilievo. In una superficie di circa duecento ettari sono oltre 250 le imprese che, nel rispetto dell’ambiente circondante, offrono i propri prodotti e mantengono alto il livello occupazionale.

    Perché no, potrebbe essere una ghiotta occasione per i professionisti.

    Inoltre, lungo le vie e le piazze dei centri abitati, il commercio al dettaglio e i mercati sono molto vivaci e innovativi.

    Sport & Tradizione

    In generale, l’attività sportiva è rivolta a fomentare e potenziare il benessere fisico e mentale della cittadinanza. Per questo motivo il comune e le associazioni sportive s’impegnano a migliorare le condizioni di base per la pratica di numerose discipline. Si tenta di tramandare quelle autoctone (lucha e bola canaria) e incentivare l’approccio a tutte le altre, arrivando alla cifra record di oltre ventitré sport praticati. Senza dimenticare i numerosi Campus estivi.

    Come consuetudine lo sforzo maggiore è dedicato ai ragazzi tra 4 e 16 anni.

    Per tale sforzo, negli anni scorsi, Candelaria ha ricevuto un premio istituzionale per la miglior gestione sportiva tra i comuni fino a 30.000 abitanti. Non male!

    Cultura

    L’Ayuntamiento, attraverso i centri culturali, biblioteche e la partecipazione continua dell’Università Popolare di Candelaria, offre un ampio ventaglio di iniziative destinate al pubblico di tutte le età.

    La danza, la musica, il teatro, la letteratura e le esposizioni di ogni tipo convergono all’insegna dell’arricchimento interiore di ogni cittadino.

    Claudio Palumbo

     

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