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    Il personaggio dell’anno

    Qui sull’isola, possiamo notare differenti gruppi di aggregazione: gli sportivoni, a letto presto la sera ed in piedi presto al mattino;  gli inglesi, rintracciabili nei loro Pub fino a notte fonda; i russi, tra loro coesi in quartieri ben distinti; e via via tutti: polacchi, olandesi, francesi…

    E gli italiani? Gli italiani sono ovunque, hanno la caratteristica internazionale di dissociarsi, trovano momenti di incontro nei vari bar, pizzerie o ristoranti di cucina mediterranea, ma dentro ognuno cova una rivalità che suggerisce il distacco e la non frequentazione.

    In realtà non sempre; esistono rari, ma intensi, momenti di aggregazione, di vera associazione, che raggiunto il “quorum” di tre, spesso diventa a delinquere.

    Il nostro personaggio dell’anno si distingue in questa specifica attività.

    La figura vanta un nome simbolico, un trittico di maestosità, per poi imporsi quale condottiero.

    Il soggetto a tutti gli effetti “capitana” una squadretta di addetti e, dall’alto del suo Olimpo, ha ritagliato un ruolo per ognuno: “La Dea della caccia” (al pollo), che si districa tra i meandri degli uffici pubblici, dribblando la burocrazia, per annullare i tempi di attesa;  figure “Vittoriane”, invece, coordinano le attività di procacciamento direttamente dall’Italia, proponendosi quale referente di sostegno, amico degli amici sull’isola.

    La ricetta è semplice ma ben collaudata: si mescola il sogno di svolta italiano, con un po’ di buon clima, si aggiunge una buona dose di aspettative dell’isola magica, si inforna… et vualà, la torta è fatta.


    Si individua in Italia il giusto soggetto che ha voglia di evasione (e qui, terreno fertile) e con due soldi da investire (e qui l’esperienza vittoriana si esalta) e lo si tranquillizza che si dispone di un team affidabile e made in Italy.

    Con alle spalle il supporto di società-fantoccio costituite ad hoc ed ufficialmente amministrate dal prestanome del caso e l’appoggio dell’immancabile associazione culturale per potersi presentare al pubblico come ente no-profit, la procedura è collaudata: costituzione di una o più società, empadronamiento, domicilio, amministratori, soci e tutto il necessario viene fornito rapidamente a comprova dell’efficienza del Team.

    A questo punto il “capitano” suggerisce ed affonda la stoccata: affidare a lui le deleghe operative onde evitare di dover ritornare sull’isola per ogni documento burocratico da firmare.

    Fine delle speranze e delle velleità: con il “poder” la squadra ben “capitanata dal festivo”, ha tutti gli strumenti per definire il disegno criminale.

    Sì perché le deleghe notarili dallo stesso dichiarate “rigorosamente in spagnolo ed incomprensibili” contengono caratteristiche tali da poter operare in ogni dove: aprire ed operare in conti bancari, intervenire sul capitale sociale delle società, assumere impegni e sottoscrivere contratti verso terzi (ovviamente concussi) e quindi indebitare la società.

    Ovviamente si creano degli obiettivi: la costruzione di un capitale sociale irraggiungibile, l’ottenimento di finanziamenti bancari e sovvenzioni pubbliche, etc.

    Tu sei concentrato sull’obiettivo, e loro su come spolparti.

    Il rituale è sempre lo stesso: nel corso del cammino, subentrano imprevisti; ma ad ogni problema, ci sono le soluzioni! Basta conoscere, il perito giusto (spesso amico e/o parente di qualcuno), l’ufficiale di notaria compiacente, l’asesoría adeguata, l’impiegato di banca amico, e via cosí. Ovviamente ogni operazione straordinaria necessita costi straordinari.

    La tradizione italiana è forse la causa di tutto: la figura dell’amico rimane e rimarrà l’emblema dell’italianità.

    Sì perché sarebbe stato sufficiente fare un minimo di indagini per scoprire che: la Dea è una figura di mezza tacca, con trascorsi tra vizi e vizietti; il “festivo” ha meditato non poco nelle patrie galere e si è rifugiato nell’isola, non ad espiare ma bensì a ricominciare; il “vittoriano” ha trascorsi per truffe di grande portata a scapito di istituti e leasing.

    Per tali doti di scaltrezza, disonestà e disprezzo dei propri simili, conferiamo l’onorificenza al nostro “festivo” che con abilità “capitana” la sua squadra, “massimizzando” i risultati al punto da considerarlo il personaggio dell’anno, riuscendo a battere anche il suo amico ed antagonista di fattura XXXXXX…

    (Lettera firmata)

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