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    L’eterna lotta tra cane e gatto

    Il cane, animale domestico dotato di una straordinaria empatia con l’essere umano, che lo rende compagno fedele ed affettuoso, appartiene, con il gatto, alle razze animali che vivono più a stretto contatto con noi, e che noi amiamo fino a condividere con loro spazio ed abitudini. Suzana HERCULANO-HOUZEL, psicologa e biologa della Vanderbilt University del Tennessee, ha condotto uno studio rivolto a enumerare la quantità di neuroni che risiedono nella corteccia celebrale del cervello di ben 8 animali carnivori domestici e selvatici, tra cui i nostri cane e gatto.

    Il cane primeggia

    Da questo studio si evince che chi contiene più neuroni nel proprio cervello è il cane, con ben 530 milioni di neuroni. A seguire il gatto che ne conta quasi la metà, cioè 250 milioni. Sappiamo che il nostro cervello ne contiene 16 miliardi. Il leone, per esempio, ne possiede meno di un golden-retriever, l’orso bruno va a pari passo con il gatto, benché il suo cervello sia grande 10 volte di più. Il cane, a differenza di altri animali presi in esame, stabilisce con gli esseri umani un rapporto “amoroso” che li rende in grado di rendersi utili in caso di bisogno, di interagire con noi in maniera fedele e rispettosa. Anche tra loro poi c’è chi spicca per la velocità con cui reagisce ad un addestramento e ad altri stimoli, primo fra tutti il cane da pastore, utilizzato in polizia e come compagno di persone cieche, che ben istruito arriva allo scopo con diligente maestria. Con lui il border collie e il pastore tedesco. Tra i cani di compagnia il barbone, che ricordiamo nei circhi effettuare esercizi con il loro umano, per la gioia di grandi e piccini, e l’epagneul nano. Questa classifica è stata stilata in base alle opinioni degli addestratori di cani associati all’American Stanley Coren, che la riporta nel suo libro The Intelligence of Dogs.

    Però non si direbbe   

    Non dobbiamo pero’ pensare che il gatto sia meno intelligente di un cane soltanto perché ad esempio non prende e non riporta la pallina che gli viene lanciata o non ha il senso del gioco relazionale, come invece ha il cane. Il gatto è furbo ma molto pigro, e disposto a piegare questa sua caratteristica soltanto dietro una ricompensa. Lo dice, tra le altre cose, nel suo libro “Il carattere del gatto”, Stephen Budiansky. Il gatto distingue il bianco dal nero, e non ha perso nel corso del tempo il proprio carattere indipendente. lo prova il fatto che un gatto lasciato a se stesso forse è in grado di sopravvivere, un cane decisamente no. Non è geloso come il cane, e ama la sua casa non trovandosi a disagio se in essa regni la più totale assenza di esseri umani.

    di Danila Rocca

     

     


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