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    Nord-Sud: la colonizzazione “circolare” di Tenerife

    Nel numero di novembre abbiamo visto come anche i conquistatori europei di Tenerife percepirono l’isola come un territorio “unidimensionale”, una striscia di terra intorno ad una catena montuosa, e stabilirono la loro capitale nel posto da cui si poteva accedere e controllare le due regioni geografiche dell’isola: il versante nord e il versante sud. In quel posto fondarono la loro capitale, San Cristobal de La Laguna, e una delle due prime chiese parrocchiali dell’isola, Nuestra Señora de la Concepción. L’altra, quella di Santiago Apostol, la fondarono invece sul luogo della resa finale dei capi Guanche, nell’attuale comune di Los Realejos. Entrambe queste chiese esistono tuttora anche se hanno subito modifiche nel corso dei secoli.

    Dopo la conquista militare, venne l’occupazione territoriale, la colonizzazione, con la distribuzione delle terre dell’isola a conquistatori e coloni e finanche ad alcuni capi Guanches del versante sud che avevano accettato la conquista senza combattere.

    Le terre venivano assegnate ai grandi beneficiari che ne sfruttavano la ricchezza e venivano poi popolate da coloni che arrivavano dall’Europa e che poco a poco fecero nascere gli insediamenti che sarebbero diventati i paesi e le città della Tenerife di oggi.

    Il modello amministrativo fu quello dell’Antico Regime che vigeva nel Regno di Castiglia a cui le Canarie furono incorporate e dove il territorio veniva controllato attraverso la duplice rete del potere civile e religioso.

    L’amministrazione civile era basata su unità territoriali molto simili ai moderni comuni (“municipios” in spagnolo) governati da una amministrazione comunale chiamata “Ayuntamiento” (mentre nei territori coloniali queste amministrazioni presero il nome di “Cabildo”).

    L’amministrazione religiosa era invece basata sui cosiddetti “benefici religiosi”, cioè il diritto concesso ad un membro del clero di ottenere una rendita economica da un certo territorio (chiamato “parroquia”). Il beneficiario diventava quindi “cura parroco” di quel territorio, anche se continuava a risiedere presso la curia e non nella parrocchia, ed usava la rendita per sé e per mantenere altri sacerdoti che risiedevano nel territorio parrocchiale per garantire i servizi religiosi. Non si tratta di una banalità in quanto basta pensare che all’epoca i cittadini avevano l’obbligo di recarsi a messa le domeniche ed i festivi ed erano soggetti alla giustizia nel caso non lo facessero!

    L’isola venne quindi organizzata, dal punto di vista del potere civile, come un unico “municipio” governato da un “Cabildo” formato dai rappresentanti della Corona e delle elites locali e che aveva la sua sede nella capitale La Laguna. Riguardo all’autorità religiosa invece si partì dalle due parrocchie de La Concepción a La Laguna e di Santiago Apostol al Realejo Alto. Mano a mano che gli insediamenti umani prendevano corpo venivano prima dotati di un vice parroco per poi arrivare ad ottenere la completa indipendenza religiosa con la creazione di una nuova parrocchia locale. Riguardo invece al potere civile, gli insediamenti più importanti venivano dotati di un “Alcalde Pedaneo”. Quella di “Alcalde” era una delle cariche interne al “Cabildo” dell’isola, una figura competente principalmente per l’amministrazione della giustizia. L’”Alcalde Pedaneo” era quindi un vice dell’”Alcalde Mayor” che risiedeva a La Laguna.

    La formazione dei 31 comuni della Tenerife moderna è quindi il risultato di una serie di successive separazioni sia dall’autorità religiosa delle due parrocchie iniziali che dall’autorità civile di quello che inizialmente era l’unico comune dell’isola e che finirà per ridursi al comune de La Laguna.


    E come detto all’inizio, il processo prima di colonizzazione e poi di nascita delle realtà locali fu… circolare. Una espansione da La Laguna verso le regioni più orientali del versante nord (la Comarca di Acentejo) e del versante sud (la Valle di Güímar). E un’espansione dal Realejo Alto verso le regioni più occidentali del versante nord (la comarca di Icod e la Isla Baja) e del versante sud (tutta la striscia che va da Los Gigantes fino ad Arico.

    Verrebbe da chiedersi perché il punto di congiunzione di questa colonizzazione circolare sia stata proprio la zona degli attuali comuni di Arico e Fasnia che si trovano nel sud-est dell’isola piuttosto che nel sud-ovest. Perché, cioè, l’espansione da La Laguna sul lato sud-est non sia andata oltre la Valle di Güímar. La risposta è, come sempre, nella geografia fisica dell’isola. Le zone più difficili per l’insediamento e le attività umane non sono le zone di montagna ma le zone desertiche. È più facile vivere su una montagna che in un deserto. È più facile superare un valico di montagna che attraversare un deserto. E tutta la striscia che va da Granadilla fino ad Fasnia è una zona semidesertica. Fino alla costruzione della vecchia statale del sud e poi dell’Autopista del sud, andare da Güímar a Granadilla era più complicato che scavallare le montagne di Teno o di Anaga…  Basta percorrere la vecchia statale da Güímar a Granadilla per immaginare come fossero le cose quando quest’opera umana non esisteva ancora.

    Seguendo queste linee di espansione “circolare”, già nel 1535, cioè a soli quarant’anni dalla conquista, il panorama dei futuri comuni dell’isola era abbastanza ben delineato.

    La piena decentralizzazione dell’autorità religiosa, con la creazione di nuove parrocchie, fu un processo più rapido di quello riguardante l’autorità politica che fino al 1835 continuò a basarsi sul distaccamento di “Alcaldes Pedaneos” che rappresentavano l’“Alcalde Mayor” de La Laguna. Nel 1835 invece le cariche locali di “Alcalde Pedaneo”, e le altre che vi erano state aggiunte negli anni, divennero pienamente elettive. Gli abitanti del posto iniziarono così ad eleggere la propria amministrazione comunale che passò a chiamarsi “ayuntamiento” così come era sempre stato nella penisola, dando quindi vita a veri e propri comuni con pari condizioni amministrative con quello originario de La Laguna. E l’”Alcalde” divenne il capo eletto delle amministrazioni comunali così create, nome che si mantiene tuttora.

    Di come avvenne invece la colonizzazione e il frazionamento amministrativo lungo i versanti nord e sud ne parliamo a gennaio.

    Gianni Mainella / [email protected]

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